Le batterie per auto elettriche costeranno meno, e saranno prodotte in Europa.
Questi sembrerebbero i naturali risultati delle ultime novità sul campo. Un’ottima notizia per le case automobilistiche europee, che fino ad ora hanno lamentato una penuria di produttori, rispetto all’inaspettato boom di richieste di mezzi elettrici, e al notevole incremento di modelli messi a listino.
Se è vero che allo stato attuale VW, Daimler e BMW acquistano celle in Asia, per poi costruire in sinergia le stesse batterie di grandi dimensioni per le loro e-car, a causa del crescente numero di auto elettriche in Europa la domanda di batterie e pile aumenterà nei prossimi anni, e già una serie di case automobilistiche ha dichiarato di aver cominciato a valutare possibili investimenti: secondo alcune voci, Volkswagen sarebbe aperta a discutere e costruire un consorzio tedesco per la produzione di batterie per auto elettriche, nella speranza di non dover più dipendere dai contratti con LG Chem e alla cinese Amperex Technology.
La Comunità Europea, dal canto suo, sembra già prediligere la strada dell’internalizzazione, poiché il commissario europeo per l’energia Maros Sefcovic ha dichiarato che da gennaio 2019 comincerà la valutazione dei progetti per la ricerca nel settore delle batterie: si stima che 114 milioni di euro verranno finanziati dal programma di ricerca dell’UE “Horizon” il primo anno, mentre altri 70 milioni dovrebbero essere messi a disposizione dal bilancio dell’UE quello successivo. Aspetto secondario ma non per importanza, produrre in Europa le batterie dei veicoli elettrici porterebbe alla creazione di nuovi posti di lavoro, che potrebbero perfettamente compensare le perdite che si teme potrebbero derivare dalle nuove norme introdotte di recente per il settore della produzione automobilistica.
L’ACEA, attraverso Erik Jonnaert, aveva infatti annunciato, alla diffusione lo scorso ottobre delle nuove quote consentite di emissioni inquinanti, che <<circa 12 mila posti di lavoro nel settore automobilistico in tutta l’Ue potrebbero essere persi (…) in un periodo di 12 anni a causa del fatto che specifici fornitori di parti non saranno più necessari>>, ma questi potrebbero essere facilmente reimpiegati se, come aveva sostenuto Miriam Dalli, relatrice del provvedimento, <<un obiettivo del 40% creerà 69 mila posti di lavoro nel caso in cui dobbiamo ancora importare batterie e 92 mila se le batterie saranno prodotte nell’UE>>.
Il governo tedesco, tra gli altri, si è già portato avanti stanziando 1 miliardo di euro per sostenere il consorzio che sta cercando di produrre le celle in Germania, insieme ad una struttura di ricerca per lo sviluppo di batterie a stato solido di prossima generazione: ci sono stati grandi sviluppi nella tecnologia degli ioni di litio negli ultimi anni, ma gli alimentatori hanno tutta una serie di svantaggi, e le aziende stanno cercando di sviluppare batterie più stabili che utilizzano meno materie prime e producono più energia.
Nell’attesa che tale consorzio tedesco ed europeo venga effettivamente al mondo, si dice anche che Volkswagen stia considerando una joint venture con un SK Innovation, terzo produttore coreano di batterie per auto elettriche al mondo: l’enorme potere di mercato dei fornitori asiatici è stato finora un onere pesante, per il costruttore tedesco, e il CEO Herbert Diess ha recentemente avvertito che la strategia elettrica potrebbe diventare più costosa di quanto inizialmente pensato.
Ma Volkswagen non è l’unica a tentare la strada della joint-venture con le aziende asiatiche: la Deutsche Accumotive, una consociata interamente controllata dalla Daimler AG, è già una realtà che produce batterie per veicoli commerciali ibridi ed elettrici e per le Smart Fortwo EQ. La Tesla ha invece deciso di lavorare con la Panasonic allaa Gigafactory, la mega fabbrica delle batterie negli Stati Uniti. Tale partnership, come in tutti questi casi, fornirebbe a Volkswagen il “know-how” necessario a rispettare il piano di tre milioni di auto elettriche all’anno entro il 2025, e lanciare 80 nuovi modelli elettrificati sul mercato.
È naturale quindi pensare che la spesa per le batterie subirà delle variazione nel corso dei prossimi anni: secondo una ricerca di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) entro il 2040 il mercato globale degli accumulatori raggiungererà i 942 gigawatt, una crescita richiederà 1.200 miliardi di dollari di investimenti. Questo boom verrà favorito dalla riduzione del costo delle batterie, che secondo questa ricerca, scenderà del 52% entro il 2030, quanto dalle politiche ambientali integrate adottate in diversi paesi del mondo, Cina e California in primis, che si considera stimoleranno la domanda, e di conseguenza la produzione, delle batterie e di sistemi di alimentazione ad energia rinnovabile, quale ad esempio quella solare.