Da molti mesi il comparto carrozzeria nazionale vive una situazione di fortissima incertezza: la “ sopravvivenza imprenditoriale”, che nel mondo reale significa la sopravvivenza di centinaia di migliaia di nuclei familiari. Migliaia di imprenditori-artigiani che, nella maggioranza dei casi hanno fortemente reinvestito in ristrutturazioni ed ampliamenti aziendali, nell’ottica di consolidare e sviluppare la propria attività ed il proprio futuro. Viaggiando professionalmente nei vari continenti e avendo avuto la fortuna e l’opportunità di visitare e conoscere moltissime carrozzerie ed imprenditori carrozzieri di svariate nazionalità, è doveroso porre testimonianza sull’elevato livello medio delle carrozzerie nostrane, sia per quanto concerne le parti strutturali delle aziende che per gli allestimenti ed equipaggiamenti tecnici, nonché per l’organizzazione lavorativa e la qualità espressa nel ripristino e ricondizionamento dei veicoli danneggiati. Quindi il consolidare e sviluppare il proprio business è una naturale logica di mercato, almeno in un paese civile, democratico e rispettoso delle regole e tutele giuridiche. Viviamo in un bel paese chiamato Italia, laddove riscontriamo la vera bellezza delle cose, la cultura e le belle arti, la creatività e l’estro , il mangiar bene e tante altre buone cose che ci differenziano sostanzialmente da tutti gli altri. Purtroppo noi tutti siamo vessati da tanti altri aspetti che risultano essere in piena ed essenziale contraddizione rispetto a tutto di quanto positivo e bello noi possiamo vantare. Questa riforma RC-AUTO è una delle tantissime porcate che abbiamo vissuto e constatato negli ultimi venti anni. E’ l’ennesima ammucchiata bipartisan allargata. Vi chiederete perché venga usato il termine allargata? Oltre ai soggetti politici delle ambedue sponde, ha visto il coinvolgimento attivo di numerosi altri soggetti, garanti e non, di natura sindacale e non, tutti propensi e volenterosi nel pacchettizzare una riforma pro compagnie assicuratrici. Facendo mente locale il tutto inizia con la riforma Bersani, poi successivamente negli anni abbiamo constatato diversi tentativi e varie manovre di avvicinamento a quello che poi è stato il colpo finale del decreto legge in materia varato dal governo Letta nel mese di dicembre. I puristi potrebbero osservare che questo decreto legge assume la volontà di riformare un comparto con la finalità di renderlo dinamico, concorrenziale e garantire all’automobilista (l’assicurato) prestazioni qualitative e riduzione dei premi assicurativi. Purtroppo la realtà evidenzia ben altro e non tanto l’agonia e la morte di moltissime imprese-carrozzieri , bensì la prostrazione e vessazione dei diritti dell’assicurato, sia sul versante del risarcimento del danno materiale che quello corporale. Il titolo di questo articolo narra “Gli artigiani carrozzieri tirano le somme”. Cosa mai vuol significare? Siamo dell’opinione che gli imprenditori carrozzieri italiani da molti mesi stanno vivendo un proprio Olocausto. Prima increduli di ciò che i poteri forti stavano progettando e poi fiduciosi che il mercato non avrebbe mai potuto fare a meno delle loro prestazioni , ed in ultima istanza speranzosi di essere tutelati dalle rispettive associazioni di categoria (CNA, Confartigianato, Casartigiani). Piattaforme di settore quali il TEMPARIO.IT ed il blog di Federcarrozzieri, negli ultimi dodici mesi hanno svegliato le coscienze, spesso dormienti, dei carrozzieri. spiegando loro – con fatti e prove alla mano -cosa veramente stava succedendo alla categoria. Il grande successo della manifestazione di sabato 11 gennaio a Bologna, promossa da Federcarrozzieri, e la manifestazione del 15 gennaio a Roma, evento unitario delle Confederazioni artigiane, hanno segnato e marcato il prossimo futuro del comparto carrozzeria in Italia. E’ nata una presa di coscienza da parte degli imprenditori carrozzieri , hanno capito che dovranno monitorare l’operato di coloro che invece dovrebbero tutelarli e questo non perché essi agiscano in cattiva fede ma per pura ed assoluta approssimazione nei processi strategici-decisionali volti alla tutela della categoria. Sempre nell’evento di ieri a Roma è emerso che il Presidente nazionale di ANC-Confartigianato, Silvano Fogarollo e il Presidente nazionale di Casartigiani, Mario Coltelli, hanno assunto un formale distacco dalle proposte di emendamenti predisposti unitariamente dalle tre associazioni di categorie. Emendamenti valutati negativi e peggiorativi rispetto alla situazione di partenza del decreto legge. Il blog di Federcarrozzieri aveva già anticipato la predetta anomalia ed in seguito è emerso che il Presidente Fogarollo aveva già sollecitato la segreteria nazionale di Confartigianato a desistere da tali propositi, richiesta promossa anche da Claudio Chiacchiera, membro del direttivo nazionale di ANC-Confartigianato che a sua volta inoltrava una profonda analisi tecnico-giuridica a cura dall’Avv. Marco Bordoni. Il punto è che ieri le segreterie nazionali delle associazioni di categoria sono state sconfessate dai loro massimi dirigenti- artigiani nazionali. Questo vale per Confartigianato e Casartigiani che hanno, grazie all’operato dei loro massimi dirigenti-artigiani, ravveduto le loro posizioni sugli emendamenti da proporre agli esponenti politici. E per CNA? Tutto tace. Da un carrozziere è pervenuta la copia della tessera CNA per l’anno 2014….il logo pubblicitario UNIPOL pone tanto imbarazzo. Benvenuti in Italia!