Nasce FCA Bank Spa – Holding in 16 Paesi

banca FCAFCA e Crédit Agricole Consumer Finance hanno annunciato la nascita di FCA Bank Spa, holding di un gruppo bancario internazionale presente in 16 Paesi europei. Si completa dunque il processo di trasformazione da FGA Capital in FCA Bank, iniziato nel 2012. La casa automobilistica torinese ha trasformato la finanziaria Sava, impegnata da sempre a concedere il credito a chi vuole acquistare un’automobile, in una banca. La nuova società, Fca Bank spa, ha ottenuto la licenza da Banca d’Italia e sarà una joint venture tra Fiat e il Credit Agricole, una holding di un gruppo bancario internazionale presente in 16 Paesi europei. Il progetto di trasformazione era stato avviato nel 2012 e a dicembre 2013 era stata inoltrata domanda all’Autorità di Vigilanza per l’autorizzazione all’attività bancaria, a seguito del rinnovo degli accordi tra Credit Agricole e Fca.FCA bank

“La nascita di FCA Bank – spiega il comunicato – costituisce un punto d’arrivo nella naturale evoluzione del percorso iniziato 90 anni fa, con la nascita nel 1925 a Torino di Sava (Società Anonima Vendita Automobili), prima società finanziaria concepita per aiutare le famiglie italiane nell’acquisto di un’automobile. Da allora l’attivitá si è estesa in tutta Europa, sino a coprire gli attuali 16 Paesi”. Fca Bank “supporterà la vendita di autovetture e di veicoli commerciali di numerosi marchi, primi fra tutti quelli di Fiat Chrysler Automobiles, attraverso la gestione di attività di finanziamento alla clientela finale e alla rete dei concessionari, e con la promozione di soluzioni assicurative e di attività di locazione di lunga durata delle flotte di autoveicoli”.

Di certo la famiglia non si dedicherà all’attività bancaria tradizionale, ma l’aver ottenuto la licenza da Banca d’Italia attribuisce un notevole valore aggiunto alla vecchia Sava, soprattutto qualora gli Agnelli decidessero di disfarsi delle attività di finanziamento. La società potrebbe essere appetibile per tutti gli operatori finanziari italiani ed esteri intenzionati a lanciarsi non solo nel credito al consumo, ma anche nell’attività bancaria. Ottenere la licenza da via Nazionale non è facile e comporta tempi lunghi. Per chi volesse acquistare Fca Bank, la soluzione è ora chiavi in mano

Gruppo Toyota cresce in Europa

toyotaToyota Motor Europe ha archiviato il 2014 immatricolando 888 mila esemplari, il 4,6% in più rispetto all’anno precedente. Il Gruppo ha così fatto meglio del target originale che prevedeva 865 mila unità. Nel dettaglio, il marchio Toyota ha inciso con 834.785 vetture e Lexus con 53.230 veicoli. Molto bene le ibride con un aumento del 9% per un totale di 145.400 unità.

RC-AUTO: Le “Grandi Manovre” politiche-economiche convergono sul settore Carrozzeria

Nuvole nere e tempesta annunciata sul versante delle autocarrozzerie italiane. Cosa sta succedendo dopo un discreto ma sospetto periodo di letargo? La partita dei poteri forti è ricominciata, spalleggiata dall’attuale fronte politico, laddove non sussiste più alcuna linea di separazione da chi è al governo e chi invece è collocato all’opposizione. Come in gergo romano si sul dire “la cosa sa’ da fa”, ovvero la tanta auspicata “Mini riforma RC-AUTO” deve essere traghettata a conclusione, così da garantire alle compagnie assicuratrici i due principali aspetti: l’indennizzo specifico di base e l’abrogazione della cessione del credito nell’ambito liquidativo del danno materiale del sinistro. Le dichiarazione del Ceo di UnipolSai in merito all’uscita della stessa dall’associazione di categoria ANIA e non ultimo quelle colorite di Aldo Minucci, Presidente di ANIA hanno destato non poco clamore. Il Presidente dell’Ania, nell’ambito di un’intervista a SPECCHIOECONOMICO, in sintesi ha dichiarato che la redditività del settore Rc-Auto nel 2013 è migliorata con un utile di 2 miliardi di euro rispetto a una riduzione della raccolta, che il numero dei sinistri è calato in virtù della crisi economica e che la sostanziale differenza del costo polizze Rc-Auto in Italia e dettata dalle significative differenze nella valutazione, determinazione e liquidazione del risarcimento alla persone per le lesioni gravi riportate. Il Presidente Minucci rilascia anche un pensiero ai carrozzieri che svolgono, secondo il Presidente dell’Ania, una buona parte dei lavori in nero, evadendo per un miliardo di euro all’anno, oltre ad un mancato gettito dell’IVA di oltre 200 milioni di euro. Minucci precisa: “Nel 2013 è migliorata la redditività e il settore RC auto ha presentato risultati positivi. Sotto il profilo della redditività, la parte danni ha raggiunto nel 2013 un utile di circa 2 miliardi di euro rispetto a una riduzione della raccolta” e nel merito delle differenti tariffe RC-Auto in Europa dichiara che quali rilevanti cause:” i criteri di valutazione dei risarcimenti delle lesioni gravi dovute ad incidenti stradali, profondamente diversi rispetto a quelli degli altri Paesi. Da 8 anni attendiamo l’approvazione delle tabelle di valutazione del danno biologico, obbligo sancito dal Testo unico sulle assicurazioni nel 2005, ma a cui i politici non provvedono nonostante le nostre sollecitazioni. La definizione delle tabelle, che ha esaurito l’iter procedurale dei 4 Ministeri competenti ed è passata 2 volte al vaglio positivo del Consiglio di Stato, è rimasta bloccata alla firma del Consiglio dei ministri e del presidente della Repubblica perché si sono schierate contro le associazioni delle vittime della strada e tutte le organizzazioni di avvocati. Mancando i criteri normativi, in Italia la valutazione è affidata alla discrezionalità dei giudici, in particolare del Tribunale di Milano che in questo campo svolge un ruolo preminente. Questa discrezionalità ha determinato un aumento significativo del costo dei risarcimenti, l’indeterminatezza dei danni e l’impossibilità delle imprese di prevedere riserve tecniche adeguate alle decisioni dei giudici. L’approvazione delle tabelle determinerebbe una riduzione delle tariffe dal 3 al 5 per cento”…. ed per ultimo asserisce: “Una buona parte dei lavori delle carrozzerie normali sono compiuti in nero, è presumibile che vengano occultati i ricavi, riteniamo per un miliardo di euro l’anno. Conseguentemente c’è un’evasione dell’Iva di oltre 200 milioni di euro. In un Paese che è sempre all’annosa ricerca di recupero di denaro dall’evasione fiscale, appare incomprensibile che non si intervenga su queste situazioni. L’adozione di leggi che contrastano questi comportamenti tocca interessi rilevanti, spesso illegittimi: ecco perché è difficile migliorare la situazione della RC auto. A questi fini un ulteriore elemento significativamente positivo è la crescente diffusione delle «black box», che non solo consentono un più puntuale accertamento delle condizioni in cui si è verificato un sinistro, eliminando richieste non corrette, ma diffondono virtuosi comportamenti di guida che si traducono poi in sconti sul premio e in maggiore prudenza. Il Presidente Minucci continua nell’articolare un concetto molto ardito :”Alla nostra proposta di sviluppare soluzione si sono opposte numerose organizzazioni di carrozzieri sostenendo che avremmo messo sul lastrico 17 mila carrozzieri; non è vero, il lavoro di riparazione continuerebbe, ma con un diverso modello organizzativo derivante dalla concentrazione di più carrozzerie, fenomeno questo che darebbe peraltro garanzia di miglioramento delle capacità tecniche, della qualità delle riparazioni e della credibilità del sistema”.
Le tre principali associazione di categoria degli autoriparatori, Casartigiani, Cna e Confartigianato, da tempo avevano avviato un tavolo di concertazione con l’unità tecnica dell’Ania preposta alle tematiche Rc-Auto, suscitando tensioni e non poche polemiche presso i propri associati, ovvero gli artigiani-carrozzieri, che di fatto non hanno mai ben capito l’obbiettivo, nonché il mandato, che fu intrapreso dai loro colleghi dirigenti e dai funzionari delle stesse associazioni di categoria. Nel merito, per onore di cronaca, è doveroso segnalare l’assoluto dissenso all’epoca posto in essere dal Presidente nazionale dei carrozzieri di Casartigiani, Mario Coltelli e dal suo omologo di ANC-Confartigianato, Silvano Fogarollo. Comunque il tavolo di concertazione proseguì fino alla presentazione della proposta di legge a modifica del codice delle assicurazioni, presentata in maniera unitaria da Casartigiani, CNA e Confartigianato il giorno primo ottobre ultimo scorso. Immediatamente dopo la presentazione della predetta proposta, ANIA decise di interrompere il tavolo di negoziato con le tre rappresentanze dei carrozzieri, e già nel corso del mese di ottobre sono riemerse con vigore le manovre politiche per condurre a buon fine la riforma RC-Auto secondo le prospettive del mondo assicurativo. Poi si registra l’annuncio del Ceo del Gruppo UnipolSai, Carlo Cimbri, ovvero la scelta di uscire dall’ANIA dichiarando che la stessa UnipolSAI non avverte più di essere adeguatamente rappresentata dall’associazione, puntando il dito sulla governance dell’ Ania, composta da 30 membri che di fatto, e sottolinea, “non costituiscono più un comitato operativo ma un assemblea, dalla quale non emergono più forme di volontà ragionate e relazionate alle necessità del settore assicurativo”, aggiungendo “Riteniamo che il governo dell’Ania debba essere affidato a personalità autorevoli”…. “che non si rileva volontà da parte dell’associazione di autoriformarsi”.
Insomma fuoco incrociato ai massimi livelli al quale si prestano in modo significativo le forze politiche trasversali del paese. A latere i soliti rumors; “tempario unico“, “nuove alleanze in vista” , soggetti artigiani vari i quali tendono per l’indennizzo specifico diffuso e professano che tale modalità di gestione del sinistro sarà “la medicina per sanare i mali della categoria”, espressioni e concetti volti ad assecondare la volontà di chi li governa, sui quali purtroppo pesa una tracciabilità di subordinazione politica a dir poco imbarazzante. Chiudiamo l’articolo con una creativa pillola di saggezza regalata da un noto esponente del settore il quale, affermando l’impossibilità alla partecipazione di un progetto volto alla tutela dei carrozzieri, asserisce che una partecipazione progettuale diventerebbe un’attività impropria per un’Organizzazione politico-sindacale che invece deve muoversi su altri terreni e non certamente su quello dell’organizzazione economica di un servizio. Carrozzieri alzate il grado di vigilanza, l’onda d’urto è in arrivo e guardatevi alle spalle, la parte avversa non è sempre e solo quella che come tale si è dichiarata!

Ferrari pagherà a Fiat una maxi cedola da 2,25 miliardi

fca2Fiat Chrysler Automobiles (Fca) riceverà dalla Ferrari 2,25 miliardi di euro fra dividendi e trasferimenti di liquidità. Lo scrive un documento depositato dalla stessa Fca presso la Sec (l’autorità Usa di controllo sui mercati) in vista del collocamento di azioni Fca a Wall Street. «Prima della separazione da Ferrari intendiamo entrare in certe altre transazioni, comprese distribuzioni e trasferimenti di fondi da Ferrari, attualmente stimati a 2,25 miliardi di euro», è scritto nel documento F-1/A depositato da Fca. Secondo il documento Fiat Chrysler ha nominato JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Barclays e Ubs come joint book-running managers dell’offerta di titoli Fca e come underwriters del prestito convertendo da 2,5 miliardi di dollari (circa 2 miliardi di euro). Quest’ultimo – scrive il documento – avrà scadenza 2016, ovvero biennale, e pagherà cedole semestrali; l’ultima di queste potrà essere pagata, a discrezione della società, anche in azioni.
Per quanto riguarda il collocamento di azioni Fca, il numero che verrà offerto non è ancora stato determinato; secondo quanto annunciato a fine ottobre, dovrebbe trattarsi di «fino a 100 milioni di azioni Fca» compresi 35 milioni di azioni proprie in portafoglio e 54 milioni di titoli corrispondenti a quelli acquistati dai soci Fiat che hanno esercitato il diritto di recesso. Il ricavato dell’offerta e quello del prestito convertendo, verranno utilizzati – secondo la formula generica utilizzata in questi casi – per «scopi aziendali generali». Fiat Chrysler Automobiles (Fca) riceverà dalla Ferrari 2,25 miliardi di euro, fra dividendi e trasferimenti di liquidità, prima dello scorporo dell’azienda di Maranello dalla stessa Fca. Lo scrive un documento depositato da Fca presso la Sec (l’autorità Usa di controllo sui mercati) in vista del collocamento di azioni Fca a Wall Street, previsto entro la fine dell’anno. La somma di 2,25 miliardi è «attualmente stimata», scrive la nota di Fca.