Confartigianato Brescia: Progetto Patto 2058

scegli tuLanciata a Brescia la campagna  denominata “Patto 2058” volta alla sensibilizzazione dell’automobilista nell’ottica della libera scelta del carrozziere di fiducia come previsto dall’art. 2058 del Codice Civile. L’iniziativa è di carattere unitario con la presenza di Confartigianato Brescia, Associazione Artigiani di Brescia e provincia, Assopadana e CNA Brescia. 

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FCA, Marchionne: ecco le strategie per raggiungere l’obiettivo di 7 milioni di auto vendute nel 2018

marchionneSergio Marchionne, amministratore delegato della neonata FCA, ha le idee ben chiare per il futuro. L’obiettivo della casa automobilistica, annunciato agli analisti, è quello di raggiungere quota 7 milioni di auto vendute nel 2018: rispetto all’esercizio in corso. La strategia di Marchionne passa per una serie di joint-venture con alcune delle case automobilistiche orientali: si parla di una collaborazione fra Mitsubishi e Chrysler, quest’ultima venderà in Messico le auto prodotte in Thailandia dalla società di Tokyo. Mitsubishi non è la sola che potrebbe concorrere al raggiungimento degli obiettivi posti da Marchionne: anche Suzuki ha preferito instaurare rapporti con FCA alla conclusione degli accordi con Volkswagen per la fornitura dei motori; così come sembra essere giunto al termine il rapporto tra Ford e Mazda. Proprio quest’ultima, molto attiva nelle aree dell’estremo oriente come l’India, potrebbe rilevarsi la chiave di volta per la strategia dell’amministratore di Chieti. I rischi delle operazioni sono connessi ai 10 miliardi di debito che gravano sulla società e alla possibilità che si ripeta il precedente fallimento della joint-venture con Tata, che si era impegnata a collaborare con Chrysler per il mercato dell’America centrale, salvo poi preferire rafforzare i rapporti con la Ferrari di Montezemolo. Negli ultimi anni i piani industriali della ex casa di Torino sembrano delinearsi in maniera nitida: cercare di spostare la produzione di massa in altre aree del globo, grazie proprio a queste collaborazioni, e lasciare in Italia la produzione di qualità: da Maserati ad Alfa Romeo. Marchionne ha assunto le redini della FIAT nel 2005 e già dall’anno successivo si sono potuti osservare i risultati: gli utili, infatti, sono passati da 1.200 a 2.300 milioni di euro. Andando ad analizzare il conto economico si possono però evincere come i risultati siano stati influenzati prettamente da un’abile gestione delle partecipazioni più che da un aumento della produzione e vendita di autovetture. Questa sembra essere la linea guida seguita dell’AD che, durante i nove anni di gestione, ha permesso a FIAT di riposizionarsi sul mercato e di diventare una potenza globale nel mercato dell’automotive, grazie anche all’acquisizione di Chrysler e alla recente fusione nella FCA. Per ora, dal punto di vista della produzione e della vendita di automobili, i maggiori vantaggi sono spettati alla casa americana che ha incrementato le sue vendite sia in patria sia fuori: basti pensare alle vendite del marchio Jeep che hanno toccato livelli record per tre anni consecutivi. Insomma Marchionne sembra in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca, ma l’obiettivo che si è posto sembra essere, allo stato attuale delle cose, eccessivamente ambizioso. C’è da fidarsi di un manager che è riuscito a far sopravvivere un’azienda che ormai sembrava essere mantenuta in vita solo per ragioni politiche, ma allo stesso tempo sarà necessario prestare attenzione a quanto succede in casa nostra, dove allo sciopero degli operai di Maserati hanno fatto seguito polemiche fra lo stesso AD e i sindacati che lo accusano di non rispettare i lavoratori che hanno contribuito alla riorganizzazione del gruppo e che al tempo stesso sentono sempre più lontane le redini di una società ormai proiettata verso una gestione di stampo anglosassone orientata al mercato globale.

 

Assicurazioni auto Luglio-Agosto 2014: prezzi in calo, offerte migliori, ma sempre costi alti

Gli italiani pagano le rc auto più costose d’Europa, i prezzi stanno diminuendo ma restano comunque più alti di tutti. Secondo gli ultimi dati Ania, l’associazione che rappresenta le imprese assicuratrici, ‘Il maggior prezzo medio delle polizze italiane, pari a 213 euro, è dovuto per ben 180 euro al più elevato costo dei sinistri e al livello della tassazione specifica’. Ma negli ultimi due anni i prezzi si sono ridotti del 10%, anche se il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha comunque sottolineato che “i premi assicurativi sono ancora insostenibili per molte categorie di assicurati. E per l’Rc auto le cifre sono talmente elevate da indurre una quota crescente di conducenti a compiere irregolarità”.

Secondo l’Ania, nel 2013 risulta che 3,5 milioni di auto, pari all’8% del totale dei veicoli circolanti, non possiede una copertura assicurativa, contro 38,2 milioni che ne sono forniti. Il dato è in aumento rispetto al 2012, quando si stimavano 3,1 milioni di veicoli non assicurati. La percentuale supera mediamente il 13% nel Sud, mentre nel Centro Italia è dell’8,1% e al Nord del 5,3%. Intanto in questi ultimi mesi si è registrato un calo del -6,3% rispetto a marzo 2013, e il premio medio è calato in due anni di quasi 40 euro, di circa il 10%.

Rc auto, calano i sinistri al Sud

Calano i sinistri in tutta Italia, e in particolare, in maniera drastica, nel Centrosud, con Napoli, L’Aquila, Campobasso, Potenza e Bari dove diminuiscono di oltre un terzo. È quanto emerge dal report «Truffe assicurative in Italia, analisi socio economica e possibili rimedi», scritto dall’avvocato Maurizio de Dominicis ed edito da Think Thanks, presentato oggi nel corso di un affollato convegno a bordo della Msc Splendida dal titolo «Legalità e questione sociale: rischi e costi dei fenomeni fraudolenti». Il report si basa sui dati Ivass (Istituto vigilanza sulle assicurazioni) partendo dal mercato internazionale che mostra un miglioramento partito sin dal 2011 con una raccolta premi salita del 2,9% frutto del dato positivo sul ramo danni e di una risalita del ramo vita reduce da un periodo di calo. L’Italia per il settore danni mostra un calo nella raccolta premi del 4,8% affiancato da un -2,2% per il pagamenti dei sinistri. Il calo più consistente si registra a Napoli con un -33,9% in volume e un -33,6% in valore. Un calo consistente che precede di poco quello fatto registrare in altre città del centro sud come L’Aquila (-31,4% in volume e -28,1% in valore), Campobasso (-32% ma solo -11,9% in valore), Bari (-31,1% e -20,1%) e Reggio Calabria (-29,1% in volume e 14,3% in valore). Un calo forte si registra anche a Torino, in cui a un numero di sinistri sceso del 30,2% si accompagna un calo in valore del 27,8%. Dai numeri emerge anche che, «stanti le condizioni economiche del paese, aumentano i soggetti che cercano negli indennizzi assicurativi una fonte di sostentamento, seppur di breve periodo», si legge nel report. I sinistri a rischio frode, infatti, sono passati dai 400.000 del 2012 ai 460.000 del 2013, con un aumento del 15%. Contemporaneamente sono cresciute, in Italia, le frodi scoperte, passate da 232.000 del 2012 alle 235.000 denuncie del 2013, dato che ha portato a una diminuzione di costi dall’attività speculativa di oltre sei milioni di euro. Ma la crisi pesa anche sul settore delle assicurazioni, visto che lo scenario assicurativo in Italia è mutato anche per quanto concerne gli operatori che sono in costante calo. In dieci anni gli operatori assicurativi sono scesi da 189 a 131, con una riduzione netta pari al 30%.

Nella Procura di Napoli ci sarà una sezione che si occuperà di frodi assicurative per «contrastare ancora più efficacemente le truffe alle assicurazioni che ha le caratteristiche di un fenomeno di criminalità organizzata»: lo ha annunciato il pm di Napoli Nunzio Fragliasso intervenendo al convegno «Legalità e questione sociale: rischi e costi dei fenomeni fraudolenti» in corso a Napoli a bordo della Msc Splendida.

MINI lancia le rinnovate Countryman e Paceman

miniMINI ha aggiornato i modelli Countryman e Paceman, incluse le rispettive versioni supersportive firmate John Cooper Works. Countryman, prima MINI a quattro porte, dotata di un grande portellone posteriore, di cinque posti dell’opzionale trazione integrale All4, ha beneficiato di interventi mirati nel design, di un incremento delle prestazioni e di una riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2 con l’obiettivo di consolidare ulteriormente i volumi di vendita, già oltre i 350 mila esemplari. Sempre molto articolata l’offerta motoristica con 4 cilindri a benzina con TwinScroll e diesel. La gamma benzina prevede le varianti One da 98 CV, Cooper All4 e Cooper da 122 CV, Cooper S e Cooper S All4 da 190 CV e John Cooper Works con potenza incrementata a 218 CV. Tra i diesel troviamo One D da 90 CV, Cooper D All4 e Cooper D da 112 CV e Cooper SD All4 e Cooper SD da 143 CV. Prezzi della rinnovata Countryman compresi tra 21.750 e 36.700 Euro.
Paceman è invece la prima Sports Activity Coupé nel segmento delle compatte premium. L’efficienza è stata ulteriormente ottimizzata, gli equipaggiamenti sono ancor più innovativi e la caratteristiche premium dell’abitacolo ancor più sofisticate. Paceman è una vettura sportiva ed elegante al tempo stesso e si presenta al lancio con le versioni Cooper All4 e Cooper da 122 CV, Cooper S All4 e Cooper S da 190 CV, John Cooper Works da 218 CV, Cooper D All4 e Cooper D da 112 CV e Cooper SD All4 e Cooper SD da 143 CV. Le portiere sono lunghe con cristalli laterali privi di cornici (in classico stile coupé) e il portellone del bagagliaio è ad ampia apertura. Prezzi Paceman compresi tra 23.750 e 36.700 Euro.