Normativa comunitaria per ridurre le emissioni di CO2

Rendiamo noto che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. L 194 del 26 luglio scorso, è stato pubblicato il Regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011 del 25 luglio scorso, che stabilisce una procedura di approvazione e certificazione di tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture, ai sensi del Regolamento (CE) n. 443/2009.

Il Regolamento in questione intende stabilire le procedure per favorire una efficace e corretta, da un punto di vista ecologico, riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture e, in tal senso, prende solo in considerazione tecnologie che non siano già ampiamente disponibili sul mercato e che siano intrinsecamente funzionali alla mobilità del veicolo, contribuendo in maniera significativa all’ottimizzazione del suo consumo energetico complessivo.

Non sono considerate, pertanto, tecnologie innovative:

• i miglioramenti nell’efficienza dei sistemi di condizionamento;

• i sistemi di controllo della pressione dei pneumatici;

• la resistenza al rotolamento dei pneumatici;

• gli indicatori di cambio di marcia;

• l’uso di biocarburanti.

La richiesta può essere inoltrata sia dai Costruttori del veicolo che dai fornitori, corredata con la dimostrazione della conformità ai criteri di ammissibilità e con l’indicazione di un metodo per la misurazione del risparmio di CO2 conseguito grazie alla tecnologia innovativa.Tale risparmio deve essere quantificato e dimostrato di almeno 1 grammo di CO2 per chilometro.

 

Abrogazione del Sistri

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 188 del 13 agosto scorso è stato pubblicato il Decreto-Legge 13 agosto 2011, n. 138, concernente ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo (c.d. “manovra correttiva”), che tra le altre disposizioni ha anche previsto l’eliminazione del nuovo Sistema integrato per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti (Sistri). In particolare, l’art. 6, comma 2, del provvedimento in parola dispone l’abrogazione di tutte le norme di legge relative all’istituzione del Sistri, nonché delle disposizioni regolamentari che ne disciplinano il funzionamento. Conseguentemente, dalla data di entrata in vigore del suddetto Decreto-Legge n. 138/2011 (13 agosto 2011, giorno stesso della pubblicazione), gli adempimenti correlati al SISTRI, a partire dall’obbligo di operatività previsto dal 1° settembre 2011 per trasportatori, per gestori, per alcune fasce di produttori di rifiuti e per altri operatori, sono tutti decaduti. Resta, ovviamente, ferma l’applicabilità delle altre norme in materia di gestione dei rifiuti, con particolare riferimento agli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico, nonché al formulario di identificazione (art. 6, comma 3). Alla luce delle predette abrogazioni, pertanto, tutti i termini stabiliti dal Decreto ministeriale 26 maggio 2011, relativi all’entrata in vigore progressiva del Sistri, sono da intendersi, ad oggi, integralmente decaduti. La mancata applicazione del Sistri, inoltre, si ripercuote anche su particolari disposizioni ad esso correlate; p.es. è importante sottolineare come il Decreto-Legge in esame abbia prodotto un impatto diretto anche sul Decreto Legislativo 7 luglio 2011, n. 121, in tema di responsabilità delle imprese per reati ambientali, entrato in vigore il 16 agosto u.s. Gli articoli 3 e 4 di tale D.Lgs. n. 121/2011, infatti, sono interamente dedicati alla struttura del sistema sanzionatorio sul Sistri, alla quantificazione delle sanzioni e alla loro irrogazione. Tali disposizioni non avranno, quindi, più efficacia poiché, con l’avvenuta abrogazione del Sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti, è venuto anche meno l’oggetto al quale esse si riferivano. Segnaliamo, infine, che la prevista abrogazione dell’art. 188 del D.Lgs. n. 152/2006, Codice ambientale, ha comportato il ripristino della limitazione della responsabilità del produttore di rifiuto, che torna, quindi, a essere esclusa dal momento in cui i rifiuti sono presi in carico dal primo impianto autorizzato a recuperarli o smaltirli e il gestore sottoscriva la quarta copia del formulario. Cogliamo l’occasione per ribadire che il Decreto-Legge n. 138/2011, dovrà essere convertito in Legge entro il 12 ottobre p.v. e, nel frattempo, potrà essere oggetto di modifiche nel corso del suo iter parlamentare.

A questo riguardo, informiamo che la Commissione Ambiente del Senato ha già chiesto che sia ripristinato il sistema SISTRI, prevedendone, in via principale e nel rispetto del già stabilito scaglionamento per i produttori di rifiuti pericolosi con un numero di dipendenti fino a 10 unità, la piena operatività a far data dal 1° gennaio 2012. La citata Commissione, inoltre, non ha escluso la possibilità che, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative delle categorie economiche, siano individuati specifici interventi correttivi, finalizzati a superare, in particolare, difficoltà tecniche e operative, prevedendo eventuali esenzioni ulteriori per tipologie di rifiuti che non presentino aspetti di particolare criticità ambientale.

 

Fiat: confermata la produzione Maserati a Grugliasco

Fiat ha confermato l’investimento da 550 milioni di Euro, destinato all’ex stabilimento Bertone di Grugliasco per la produzione dei futuri modelli Maserati a partire dalla fine del 2012. L’accordo è frutto del dialogo diretto tra Marchionne ed il ministro del Lavoro e Politiche Sociali Sacconi e permetterà di assemblare in Italia sia la nuova SUV Maserati, sia l’inedita baby Quattroporte realizzata su base Chrysler di segmento E. Sacconi ha infatti confermato le misure previste dal decreto legge varato nelle scorse settimane, con una estensione “erga omnes” degli accordi aziendali: in questo modo, una volta raggiunta la maggioranza delle firme sindacali, l’accordo può considerarsi valido, rassicurando così il gruppo Fiat sulla futura gestione delle fabbriche. Procede dunque spedito il progetto Fabbrica Italia, dopo l’accordo per Pomigliano, ma restano dubbi sul destino della produzione dei SUV Alfa Romeo e Jeep, a causa del cambio euro dollaro legata alla prevista esportazione della gran parte degli esemplari. Gli investimenti su Mirafiori, pari a circa 1 miliardo di Euro, non sarebbero comunque in dubbio, ma potrebbero riguardare strategie diverse rispetto a quelle inizialmente previste

Rc Auto: via libera all’azione legale del Codacons

La Corte di cassazione con la sentenza 17351 (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) ribalta il no della Corte d’Appello di Milano all’associazione dei consumatori, che chiedeva ai giudici di merito di fare una serie di valutazioni che spaziavano dall’accertamento della nullità delle clausole, al ricalcolo dei premi contestati. Secondo il collegio di secondo grado, il Codacons non era, infatti, legittimato a proporre ricorso trattandosi di contestazioni che non rivestono un carattere di interesse collettivo ma riguardano solo una indeterminata categoria di utenti o di consumatori e devono pertanto essere sollevate individualmente. L’interesse comune – Di parere diverso la terza sezione civile del Supremo collegio che – in linea con le indicazioni del diritto comunitario – apre all’associazione dei consumatori le porte del tribunale, affermando l’interesse comune a tutti gli assicurati, compresi i futuri, ad aver risposte sulla regolarità, anche rispetto al Trattato Cee, di un accordo tra compagnie assicuratrici già sanzionato dall’Autorità della concorrenza e del Mercato. Gli alterati rapporti di forza utenti-compagnie – L’accertamento dovrà riguardare in particolare – spiega il Collegio – l’esistenza dell’illecito, della responsabilità, del nesso causale fra illecito e danno e la relativa potenzialità, a prescindere dalle posizioni individuali. Il via libera al Codacons – ricorda ancora la Cassazione – risparmia ai singoli l’onere di affrontare un giudizio che si combatterebbe ad armi non pari. L’alterato rapporto di forza in favore delle compagnie assicurative potrebbe, infatti, indurre i consumatori a una resa “preventiva”, rinunciando alle garanzie della giurisdizione. Duello che invece il Codacons non potrà fare è inoltrare richieste di condanna della compagnia a pagare somme determinate a uno o all’altro degli assicurati, indicandoli concretamente. Per questo servirà una espressa domanda dell’interessato.

Assicurazioni: dimezzati i risarcimenti in caso di incidente. Ma le tariffe?

Se prima in seguito ad un grave incidente automobilistico, con conseguenze fisiche del 20%, come ad esempio la paralisi totale del nervo sciatico, l’Rc auto rimborsava un uomo di 40 anni con una cifra tra i 65 mila e i 91 mila euro, con la nuova legge potresti riceverne fra i 36 mila e i 47 mila euro: il 50% in meno. Un altro esempio pratico: un ragazzo di appena 20 anni ha un grave incidente, con lesioni fisiche classificate al 90%, che interessano il cuore, gli spetta un maxi rimborso. In questo caso il tetto massimo dei risarcimenti, un milione e 200 mila euro, sarà sforbiciato a 680 mila circa. Sono gli effetti delle nuove tabelle assicurative, approvate dal Consiglio dei ministri. Le assicurazioni pagano quindi la metà, ma le tariffe per il momento non calano, c’è uno spiraglio ma per ora è come se fosse tutto chiuso. “Il provvedimento è una buona notizia: sono 5 anni che la sollecitavamo”, ha commentato il direttore Auto dell’Ania, Vittorio Verdone.
Il provvedimento, che dopo il via libera dell’Esecutivo sarà sottoposto al parere del Consiglio di Stato, definisce, infatti, una tabella nazionale unica per le menomazioni all’integrità psico-fisica comprese tra 10 e 100 punti di invalidità. I tagli sono stati decisi dal Governo che, su proposta del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha approvato il tutto. Nella nota di Palazzo Chigi si legge che è prevista “una nuova tabella delle menomazioni all’integrità psicofisica, che costituisce il superamento delle singole tabelle elaborate dai Tribunali, attualmente a base delle valutazioni, e uniforma i coefficienti su tutto il territorio nazionale, superando ingiustificate difformità”. Per capire meglio il taglio dei rimborsi ecco alcune cifre che delineano nettamente la sforbiciata del 50%. I risarcimenti variano a seconda dell’età della persona coinvolta nell’incidente e a seconda dell’entità del danno fisico subito. Distinguiamo 5 fasi di lesioni, quella al 20%, quelle al 30, quelle al 40, quelle al 50 e infine quelle al 90. Lesioni al 20%, ad esempio paralisi totale del nervo sciatico popliteo esterno. In questo primo caso chi ha tra i 20 e i 40 anni percepiva in precedenza tra un minimo di 74.017 e un massimo 102.884 euro, ora tra i 40.973 e i 53.264 (-47%). Chi ha tra i 40 e i 60 anni passa dai 65.838 (min) – 91.515 (max) ai 36.394 – 47.312 euro (-47%). Stessa riduzione per gli over 60 che scendono dai 57.660 – 80.147 ai 31.649 – 41.139 euro.

Lesioni al 30%, danni come una ferita da 21 – 35 punti di sutura. Chi ha tra i 20 e i 40 anni scende da 156.649 (min)-202.077 (max) a 75.584-98.259 euro (-51%). Chi invece rientra nella fascia che va dai 40 ai 60 anni avrà un taglio da 139.340 (min)-179.749 (max) a 67.137-87.278 euro. Cifre ancora più basse per chi supera i 60 anni: da 122.030-157.419 euro a 58.379-75.892 euro.

Lesioni al 40%, ovvero chi subisce una paralisi totale del nervo sciatico, o addirittura un’amputazione di un arto. Tra i 20 e i 40 anni si passa da un min-maxi di 265.902-332.377 euro a 131.827-171.375 euro. Tra i 40 e i 60 anni da un min-max di 236.521-295.651 euro a 117.095-152.223 euro. Per chi supera i 60 anni si scende da un minimo-massimo di 207.139-258.923 a una forbice di 101.819-132.364 euro. Un taglio del 49%.

Lesioni al 50%, ovvero chi necessita di un trapianto renale. Chi ha tra i 20 e i 40 anni prima otteneva da 396.520 a 495.650 euro: ora incasserà da 203.276 a 264.258 euro. Tra i 40 e i 60 anni invece si passa da 352.706-440.882 euro a un premio “dimagrito” fino a 180.559-234.726 euro. Gli over 60 che avrebbero preso da 308.892 a 386.115 euro prenderanno da 157.005 a 204.106 euro: taglio del 47%.

Lesioni al 90%, cardiopatie, stenosi esofagee con ostruzioni che richiede una gastrostomia o una protesi. Gli assicurati tra i 20 e i 40 anni che avrebbero ottenuto da 919.041 a 1.148.801 euro dovranno “accontentarsi” di un minimo di 524.510 e un massimo di 681.863 euro. Tra i chi ha fra i 40 e i 60 anni vedono calare i propri massimali da 817.490-1.021.863 euro ad un minimo di 465.894 e un tetto massimo di 605.662 euro. Dai 60 anni in su si passa dal “vecchio tetto” di 715.939 (min) e 894.923 (max) al nuovo, più basso tetto di 405.117-526.652 euro.

I tagli del 50% sui rimborsi potrebbero portare ad un abbassamento delle tariffe assicurative, ma in realtà il calo per ora non arriva. Gli incidenti automobilistici con un seguito di morti o di lesioni gravi valgono circa un terzo dei risarcimenti che le compagnie italiane pagano ogni anno (14,6 miliardi nel 2010). E pertanto riduzioni dei risarcimenti, come quelle preannunciate nelle nuove tabelle governative, potrebbero avere un impatto significativo sui bilanci delle compagnie, che però prima di calare le tariffe degli assicurati, dovranno attendere i nuovi dati e i nuovi ricavi in relazione al calo dei rimborsi. Sui possibili effetti economici del provvedimento le compagnie sono infatti molto caute. Per il momento si tagliano i risarcimenti lasciando invariate le tariffe… in questo modo i bilanci non possono che crescere.