Fiat ha confermato l’investimento da 550 milioni di Euro, destinato all’ex stabilimento Bertone di Grugliasco per la produzione dei futuri modelli Maserati a partire dalla fine del 2012. L’accordo è frutto del dialogo diretto tra Marchionne ed il ministro del Lavoro e Politiche Sociali Sacconi e permetterà di assemblare in Italia sia la nuova SUV Maserati, sia l’inedita baby Quattroporte realizzata su base Chrysler di segmento E. Sacconi ha infatti confermato le misure previste dal decreto legge varato nelle scorse settimane, con una estensione “erga omnes” degli accordi aziendali: in questo modo, una volta raggiunta la maggioranza delle firme sindacali, l’accordo può considerarsi valido, rassicurando così il gruppo Fiat sulla futura gestione delle fabbriche. Procede dunque spedito il progetto Fabbrica Italia, dopo l’accordo per Pomigliano, ma restano dubbi sul destino della produzione dei SUV Alfa Romeo e Jeep, a causa del cambio euro dollaro legata alla prevista esportazione della gran parte degli esemplari. Gli investimenti su Mirafiori, pari a circa 1 miliardo di Euro, non sarebbero comunque in dubbio, ma potrebbero riguardare strategie diverse rispetto a quelle inizialmente previste
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Rc Auto: via libera all’azione legale del Codacons
La Corte di cassazione con la sentenza 17351 (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) ribalta il no della Corte d’Appello di Milano all’associazione dei consumatori, che chiedeva ai giudici di merito di fare una serie di valutazioni che spaziavano dall’accertamento della nullità delle clausole, al ricalcolo dei premi contestati. Secondo il collegio di secondo grado, il Codacons non era, infatti, legittimato a proporre ricorso trattandosi di contestazioni che non rivestono un carattere di interesse collettivo ma riguardano solo una indeterminata categoria di utenti o di consumatori e devono pertanto essere sollevate individualmente. L’interesse comune – Di parere diverso la terza sezione civile del Supremo collegio che – in linea con le indicazioni del diritto comunitario – apre all’associazione dei consumatori le porte del tribunale, affermando l’interesse comune a tutti gli assicurati, compresi i futuri, ad aver risposte sulla regolarità, anche rispetto al Trattato Cee, di un accordo tra compagnie assicuratrici già sanzionato dall’Autorità della concorrenza e del Mercato. Gli alterati rapporti di forza utenti-compagnie – L’accertamento dovrà riguardare in particolare – spiega il Collegio – l’esistenza dell’illecito, della responsabilità, del nesso causale fra illecito e danno e la relativa potenzialità, a prescindere dalle posizioni individuali. Il via libera al Codacons – ricorda ancora la Cassazione – risparmia ai singoli l’onere di affrontare un giudizio che si combatterebbe ad armi non pari. L’alterato rapporto di forza in favore delle compagnie assicurative potrebbe, infatti, indurre i consumatori a una resa “preventiva”, rinunciando alle garanzie della giurisdizione. Duello che invece il Codacons non potrà fare è inoltrare richieste di condanna della compagnia a pagare somme determinate a uno o all’altro degli assicurati, indicandoli concretamente. Per questo servirà una espressa domanda dell’interessato.
Assicurazioni: dimezzati i risarcimenti in caso di incidente. Ma le tariffe?
Se prima in seguito ad un grave incidente automobilistico, con conseguenze fisiche del 20%, come ad esempio la paralisi totale del nervo sciatico, l’Rc auto rimborsava un uomo di 40 anni con una cifra tra i 65 mila e i 91 mila euro, con la nuova legge potresti riceverne fra i 36 mila e i 47 mila euro: il 50% in meno. Un altro esempio pratico: un ragazzo di appena 20 anni ha un grave incidente, con lesioni fisiche classificate al 90%, che interessano il cuore, gli spetta un maxi rimborso. In questo caso il tetto massimo dei risarcimenti, un milione e 200 mila euro, sarà sforbiciato a 680 mila circa. Sono gli effetti delle nuove tabelle assicurative, approvate dal Consiglio dei ministri. Le assicurazioni pagano quindi la metà, ma le tariffe per il momento non calano, c’è uno spiraglio ma per ora è come se fosse tutto chiuso. “Il provvedimento è una buona notizia: sono 5 anni che la sollecitavamo”, ha commentato il direttore Auto dell’Ania, Vittorio Verdone.
Il provvedimento, che dopo il via libera dell’Esecutivo sarà sottoposto al parere del Consiglio di Stato, definisce, infatti, una tabella nazionale unica per le menomazioni all’integrità psico-fisica comprese tra 10 e 100 punti di invalidità. I tagli sono stati decisi dal Governo che, su proposta del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha approvato il tutto. Nella nota di Palazzo Chigi si legge che è prevista “una nuova tabella delle menomazioni all’integrità psicofisica, che costituisce il superamento delle singole tabelle elaborate dai Tribunali, attualmente a base delle valutazioni, e uniforma i coefficienti su tutto il territorio nazionale, superando ingiustificate difformità”. Per capire meglio il taglio dei rimborsi ecco alcune cifre che delineano nettamente la sforbiciata del 50%. I risarcimenti variano a seconda dell’età della persona coinvolta nell’incidente e a seconda dell’entità del danno fisico subito. Distinguiamo 5 fasi di lesioni, quella al 20%, quelle al 30, quelle al 40, quelle al 50 e infine quelle al 90. Lesioni al 20%, ad esempio paralisi totale del nervo sciatico popliteo esterno. In questo primo caso chi ha tra i 20 e i 40 anni percepiva in precedenza tra un minimo di 74.017 e un massimo 102.884 euro, ora tra i 40.973 e i 53.264 (-47%). Chi ha tra i 40 e i 60 anni passa dai 65.838 (min) – 91.515 (max) ai 36.394 – 47.312 euro (-47%). Stessa riduzione per gli over 60 che scendono dai 57.660 – 80.147 ai 31.649 – 41.139 euro.
Lesioni al 30%, danni come una ferita da 21 – 35 punti di sutura. Chi ha tra i 20 e i 40 anni scende da 156.649 (min)-202.077 (max) a 75.584-98.259 euro (-51%). Chi invece rientra nella fascia che va dai 40 ai 60 anni avrà un taglio da 139.340 (min)-179.749 (max) a 67.137-87.278 euro. Cifre ancora più basse per chi supera i 60 anni: da 122.030-157.419 euro a 58.379-75.892 euro.
Lesioni al 40%, ovvero chi subisce una paralisi totale del nervo sciatico, o addirittura un’amputazione di un arto. Tra i 20 e i 40 anni si passa da un min-maxi di 265.902-332.377 euro a 131.827-171.375 euro. Tra i 40 e i 60 anni da un min-max di 236.521-295.651 euro a 117.095-152.223 euro. Per chi supera i 60 anni si scende da un minimo-massimo di 207.139-258.923 a una forbice di 101.819-132.364 euro. Un taglio del 49%.
Lesioni al 50%, ovvero chi necessita di un trapianto renale. Chi ha tra i 20 e i 40 anni prima otteneva da 396.520 a 495.650 euro: ora incasserà da 203.276 a 264.258 euro. Tra i 40 e i 60 anni invece si passa da 352.706-440.882 euro a un premio “dimagrito” fino a 180.559-234.726 euro. Gli over 60 che avrebbero preso da 308.892 a 386.115 euro prenderanno da 157.005 a 204.106 euro: taglio del 47%.
Lesioni al 90%, cardiopatie, stenosi esofagee con ostruzioni che richiede una gastrostomia o una protesi. Gli assicurati tra i 20 e i 40 anni che avrebbero ottenuto da 919.041 a 1.148.801 euro dovranno “accontentarsi” di un minimo di 524.510 e un massimo di 681.863 euro. Tra i chi ha fra i 40 e i 60 anni vedono calare i propri massimali da 817.490-1.021.863 euro ad un minimo di 465.894 e un tetto massimo di 605.662 euro. Dai 60 anni in su si passa dal “vecchio tetto” di 715.939 (min) e 894.923 (max) al nuovo, più basso tetto di 405.117-526.652 euro.
I tagli del 50% sui rimborsi potrebbero portare ad un abbassamento delle tariffe assicurative, ma in realtà il calo per ora non arriva. Gli incidenti automobilistici con un seguito di morti o di lesioni gravi valgono circa un terzo dei risarcimenti che le compagnie italiane pagano ogni anno (14,6 miliardi nel 2010). E pertanto riduzioni dei risarcimenti, come quelle preannunciate nelle nuove tabelle governative, potrebbero avere un impatto significativo sui bilanci delle compagnie, che però prima di calare le tariffe degli assicurati, dovranno attendere i nuovi dati e i nuovi ricavi in relazione al calo dei rimborsi. Sui possibili effetti economici del provvedimento le compagnie sono infatti molto caute. Per il momento si tagliano i risarcimenti lasciando invariate le tariffe… in questo modo i bilanci non possono che crescere.
Un concessionario su due chiude il bilancio in rosso
In Italia, il margine lordo medio delle concessionarie ufficiali di auto è di 20,8 euro per ogni vettura venduta, su un valore unitario medio di 19mila euro fatturati al cliente. E le prospettive sono di ridimensionamento, alla luce della crisi e degli inasprimenti fiscali che negli ultimi mesi hanno colpito anche l’auto. l dato emerge dallo strumento analitico di ItaliaBilanci, che ha classificato i rendiconti contabili ufficiali di 2.170 concessionarie del 2009, ultimo anno disponibile per intero. Grazie a un mercato florido, abbondantemente sopra i due milioni di vendite (2,5 milioni il picco, nel 2007), i concessionari nel periodo 2005-2009 hanno chiuso in sostanziale pareggio, ma con trend in discesa. Tanto che nel 2009 c’è stata una perdita netta media di circa 60mila euro, secondo ItaliaBilanci.
Per gli anni successivi, dalle prime risultanze 2010, il calo di mercato del 9% sul 2009 avrebbe determinato un deterioramento dei parametri economico/finanziari dell’impresa concessionaria. Si stima pertanto una perdita media della rete di distribuzione tra gli 80 e i 90mila euro. Oltre un’azienda su due avrebbe chiuso il bilancio in perdita, anche perché non sono state poche quelle che sull’onda dei record di vendite avevano effettuato investimenti. Per il 2011 le previsioni, anche se molto grezze, sono ancor meno buone: la sostenibilità del business è messa a dura prova da un mercato che faticherà a chiudere con 1,8 milioni e causerà inevitabilmente una selezione tra gli operatori, le cui capacità finanziarie sono state indebolite dalle difficoltà del 2008-2010. Secondo Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia, attualmente metà dei concessionari chiude i conti in pareggio, un quarto perde intorno al 3% e forse anche più e l’altro quarto guadagna tra l’1 e il 3% lordo. In altre parole, almeno tre quarti della rete perde dopo aver pagato le tasse. Molto chiaro e diretto il commento del Centro studi Promotor Gl events, che attribuisce il calo di luglio alla manovra di inizio estate, che ha aumentato ancora una volta le accise e ha introdotto i superbolli finendo per danneggiare una domanda già pesantemente colpita dalla debolezza dell’economia reale e dalle preoccupazioni relative al quadro finanziario italiano e internazionale.
Sono italiani i nuovi proprietari di Moto Morini
Il mitico marchio Moto Morini riparte all’insegna del made in Italy. Sono stati infatti Sandro Capotosti (ex Presidente di Banca Profilo) e Ruggero Massimo Jannuzzelli (ex Vicepresidente ed A.D. del Gruppo Camuzzi), ad aggiudicarsi l’asta per l’acquisizione della Moto Morini. L’operazione, costata poco meno di 2 milioni di Euro, è stata mossa dalla grande passione dei due manager per il marchio italiano. Tramite la società Eagle Bike ci si attende ora un rilancio internazionale.