Il mercato europeo torna a splendere, +7,6% in maggio

Torna a splendere il sole sul mercato auto europeo. Dopo i flop degli ultimi mesi (febbraio unica eccezione), il settore ha infatti guadagnato il 7,6% in maggio a 1.252.599 unità che riescono quasi a far recuperare tutto il terreno perduto nel progressivo. La flessione da inizio anno è infatti limitata allo 0,4% rispetto ai cinque mesi del 2010 per un totale di 6.076.060 esemplari. A ridare linfa al Vecchio Continente sono stati tre dei cinque mercati principali. La Germania è cresciuta del 22%, la Francia del 6,1% e l’Italia del 3,6%. Ma come sappiamo bene il nostro è un mercato “drogato” dalle km zero. Ancora un flop pesante per la Spagna, calo più modesto per la GB. Bene i nuovi membri.

Ue richiama l’Italia: “Non applicate direttive per inquinamento mare e rottamazione auto”

La Commissione europea ha inviato diverse lettere di messa in mora, un atto che precede il deferimento alla Corte europea di Giustizia. L’Italia avrebbe dovuto tradurre da mesi, e in un caso da anni, alcune normative comunitarie in leggi nazionali. Ma non si è mai adeguata.L’Italia non ascolta le indicazioni di Bruxelles e la Commissione europea la richiama. Diverse lettere formali di messa in mora – che precedono il deferimento alla Corte europea di Giustizia – sono state inviate dal commissario Ue Viviane Reding per la mancata applicazione di normative comunitarie riguardo all’inquinamento marino e al trattamento degli autoveicoli destinati alla rottamazione. Prima nel 2008 e poi l’anno dopo, la Ue ha stabilito che certi tipi di reati ambientali “siano puniti in modo efficace, proporzionato e dissuasivo”. Ma l’Italia, lamentano dalla Commissione, non fa abbastanza al riguardo. L’organismo europeo aveva previsto in una prima direttiva sanzioni penali per diversi crimini contro l’ambeinte, tra cui l’inquinamento dei mari, il trasporto marittimo di rifiuti illegali o il traffico di specie a rischio. Aggiungendo nel 2009 severe sanzioni contro lo scarico illegale di sostanze inquinanti da parte di imbarcazioni. La scadenza per gli Stati membri per tradurre le direttive in leggi nazionali scadeva a fine 2010. Ma l’Italia, insieme ad altri Paesi Ue, non le ha mai recepite. Allo stesso modo, la Ue ha richiamato il Paese per il mancato adeguamento alle norme europee che fissano precise disposizioni in materia di raccolta, trattamento e riciclaggio degli autoveicoli destinati alla rottamazione. Soprattutto per quanto riguarda i loro componenti, anche quando si tratta di riparazioni: secondo la Commissione, al momento per la legislazione italiana chi effettua riparazioni è solo invitato a “consegnare” i pezzi sostituiti e non obbligato a farlo. Nel 2007, la Corte di giustizia del Lussemburgo aveva già emesso una sentenza ordinando alle autorità romane di mettersi in regola. Ma niente è cambiato e adesso è arrivato il richiamo della Commissione. “Nonostante l’introduzione di alcuni interventi legislativi – si osserva in una nota inviata da Bruxelles – secondo la Commissione la situazione in Italia resta non conforme al diritto Ue”. Così come altri Stati ritardatari. Che adesso hanno due mesi di tempo per adeguarsi alle nuove misure. In caso contrario, la Ue chiederà alle autorità – tra cui quelle italiane – di risponderne davanti ai giudici della Corte di Giustizia europea.

 

Il Tutor controllerà anche assicurazione e bollino Blu

Si preannuncia un’estate rischiosa per gli automobilisti in viaggio lungo le autostrade italiane per raggiungere le mete delle loro vacanze. I Safety Tutor, presenti su più di un terzo della rete nazionale, saranno capaci di individuare anche l’assicurazione Rc-auto e il bollino blu assegnato in seguito alla revisione. La polizia stradale potrà così scoprire i veicoli fuori legge e multare i trasgressori grazie alle informazioni raccolte dalle telecamere, confrontando i dati in tempo reale con i database delle assicurazioni e della motorizzazione.

 

I Safety Tutor, che inizialmente erano stati pensati come deterrente per far desistere gli automobilisti dallo schiacciare troppo a fondo il piede sull’acceleratore nei tratti più a rischio, verrà quindi utilizzato anche per “pizzicare” chi non è in regola con i documenti. Secondo i dati registrati, questi meccanismi che registrano la velocità media in lunghi tratti di autostrada hanno effettivamente ridotto il tasso di mortalità e l’impatto ambientale. E hanno anche realizzato controlli automatici che avrebbero richiesto l’impiego di una decina di pattuglie al giorno per ogni tratto.

 

MINI – Bmw investe nel sito di Oxford

A seguito di un meeting con il Premier David Cameron, il Gruppo BMW annuncia l’investimento di 500 milioni di sterline per la nuova generazione della MINI nel sito produttivo di Oxford. “La Gran Bretagna rimarrà il cuore della produzione MINI”, commenta l’ufficio stampa di BMW AG. L’investimento garantisce lavoro a 5.000 operai ed impiegati.