Il Decreto Ruote fa notizia

È entrato ufficialmente in vigore con data, 1° ottobre 2015, il Decreto Ministeriale n.20 del 10 gennaio 2013, conosciuto ai più come Decreto Ruote, che prescrive l’obbligo di omologazione di tutti i cerchi per auto e fuoristrada immessi sul mercato italiano: d’ora in avanti in Italia potranno essere venduti solo cerchi aftermarket (esclusi ovviamente quelle fornite dal costruttore veicolo) omologati secondo il Regolamento Europeo UN/ECE 124 o secondo omologazione NAD. Il Decreto apre le porte – nel caso di omologazione NAD – al light tuning con la possibilità di montare cerchi e pneumatici diversi da quelli riportati sulla carta di circolazione senza il nulla osta del costruttore del veicolo. In sostanza, se si vogliono montare sul proprio veicolo ruote di dimensioni diverse da quelle indicati nella carta di circolazione è sufficiente recarsi dal proprio gommista, verificare con lui quale ruota omologata NAD risulti idonea alla propria auto attraverso il “Campo d’ Impiego” (che identifica le famiglie di veicoli sulle quali il sistema ruota può essere installato) e le combinazioni cerchio/pneumatico previste nell’omologazione stessa, far effettuare il montaggio e farsi rilasciare dall’installatore il certificato di conformità dei cerchi e la dichiarazione di corretto montaggio.

Dieselgate:in Italia coinvolte 648 mila auto

vwIl Comitato Esecutivo del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo Volkswagen si è riunito giovedì, 1 ottobre, ieri per ben sette ore. Al termine della riunione fiume, i vertici del colosso tedesco hanno promesso che sarà fatta chiarezza, ma l’indagine esterna condotta da Jones Day durerà mesi. Il Comitato, riunitosi sotto la Presidenza ad interim di Berthold Hüber, ha inoltre ribadito la fiducia all’attuale responsabile finanziario, Hans Dieter Pötsch, confermandone l’ingresso nel Board e il suo nome quale nuovo Chairman del Consiglio di Sorveglianza al posto di Ferdinand Piech, incarico che dovrebbe essere ufficializzato il 9 novembre. Quale erede di Pötsch alla finanza, il Gruppo ha indicato Frank Witter, ora Chairman di VW Financial Services. Nel frattempo, mentre Audi invita la clientela ad andare sul suo sito internet per verificare i modelli interessati al mega richiamo globale e mentre i giudici della Bassa Sassonia smentiscono di aver avviato un’inchiesta penale sull’ex A.D. Martin Winterkorn, la divisione italiana del Gruppo annuncia il numero dei veicoli coinvolti nel “dieselgate”. Sono in tutto 648.458 unità, delle quali 361.432 Volkswagen, 35.348 Seat, 38.966 Skoda, 197.421 Audi e 15.291 veicoli commerciali. VW Group Italia ribadisce che i diesel Euro 6 sono legali.

L’indice borsa delle Case Auto si riprende

Reduce dal peggior bilancio settimanale di sempre causato dagli effetti negativi del “dieselgate” Volkswagen, l’andamento dell’indice di settore delle Case automobilistiche  ha rialzato la testa, nonostante il nuovo pesante flop del costruttore di Wolfsburg. Negli ultimi sette giorni, il panel dell’indice in borsa relativo alle case automobilistiche ha dunque guadagnato lo 0,84%. A pagare dazio sono state soprattutto Volkswagen e Porsche che a Francoforte hanno perduto rispettivamente il 12,98% e il 9,95%. Trend al ribasso, ma con tassi di decremento decisamente più contenuti per BMW, Daihatsu, Honda e Suzuki. Per il resto segnali di ripresa. La migliore è stata Mitsubishi con una crescita del 6,93%, seguita a tretto giro di posta da Mazda. Bene anche Daimler, Peugeot, Renault, GM, Ford, Fuji Heavy, Nissan, Toyota, Hyundai, Kia e FCA (+4,58% a Piazza Affari). Stabile CNH Industrial.

Lavoratori dicono no ad accordo FCA US-Uaw

La stragrande maggioranza dei 40 mila lavoratori iscritti al sindacato United Auto Workers ha votato no all’accordo quadriennale siglato recentemente tra FCA US e Uaw per il rinnovo del contratto collettivo. Come ricorda il Wall Street Journal è la prima volta in 30 anni che l’intesa su un nuovo contratto viene respinto dai membri del sindacato. La percentuale dei no è stata del 66% nella fabbrica di Detroit e fino al 77% tra gli addetti più qualificati. Certamente deluso l’A.D. Sergio Marchionne che pensava di aver proposto un giusto compromesso. Ora le trattative proseguiranno.

Aci: certificato di proprietà digitale

auto certificato di proprietaDa lunedì, 5 settembre, il certificato di proprietà dei veicoli a motore diventa digitale. Lo ha annunciato il Presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani. Un’innovazione che interessa oltre 40 milioni di italiani possessori di autovetture, motocicli, furgoni e camion. Il certificato di proprietà digitale aumenterà la sicurezza del documento eliminando frodi legate a furto o falsificazione dell’ormai ex documento cartaceo. Alla legge che vorrebbe svuotare l’Aci di uno dei suoi compiti principali, il mantenimento del Pubblico registro automobilistico, l’Aci risponde digitalizzando il documento che il registro custodisce, ovvero il certificato di proprietà. Dal 5 ottobre, il foglio con ologramma necessario per vendere o rottamare ogni veicolo sarà “smaterializzato” e consultabile on line. In pratica, da lunedì prossimo, a chi compra un’auto nuova non sarà più consegnato il pezzo di carta da custodire a casa, ma un codice attraverso il quale consultare il documento on line. Il costo dell’Ipt (l’imposta provinciale di trascrizione, che comprende la registrazione al Pra) rimane il medesimo: per un’automobile nuova la tariffa base è di 150,80 euro, che le province possono aumentare fino a un massimo del 30%. La mossa dell’Aci arriva a pochi mesi dall’approvazione della riforma della pubblica amministrazione, che prevede fra l’altro l’introduzione di “un’unica modalità di archiviazione finalizzata al rilascio di un documento unico contenente i dati di proprietà e di circolazione di autoveicoli”. La norma dovrebbe finalmente mettere fine a un costoso doppione: per ogni veicolo italiano circolante, esistono infatti due documenti – certificato di proprietà e carta di circolazione o “libretto” – custoditi in due registri – rispettivamente Pra e archivio veicoli – gestiti da due enti, Aci e Motorizzazione civile, la quale fa capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.