L’euro è venuto in aiuto agli automobilisti perché l’apprezzamento nei confronti del dollaro ha annullato i nuovi rialzi delle quotazioni sul mercato del Mediterraneo: i valori arrotondati sono gli stessi di giovedì e cioè 458 e 460 euro per mille litri. Nel fine settimana Staffetta Quotidiana, tuttavia, ha rilevato nuovi ritocchi ai listini consigliati: IP ha aumentato di 15 millesimi al litro sia la verde sia il diesel, mentre TotalErg ha rincarato solo il gasolio di 10 millesimi. Le medie ponderate in modalità servito sono cresciute di 01, e 0,3 cent a 1,717 e 1,552 euro al litro. Fermo il gpl Eni (0,641 euro al litro), mentre il metano subisce una nuova oscillazione, questa volta al rialzo (un millesimo) a 0,989 euro al chilogrammo (fonte metanoauto.com). A livello provinciale, ci sono poco meno di dieci centesimi di differenza tra la più cara e la più economica, ossia 1,419 a Rovigo e 1,509 a Palermo per il diesel. La differenza sul prezzo della verde è più marcata per colpa delle addizionali: i listini minimi sono a a 1,544 a Pescara e Rovigo e quelli massimi a 1,676 a La Spezia. I picchi assoluti sono di 1,154 euro al litro per la benzina e di 1,144 per il gasolio e di 2 euro per entrambi.
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Nel 2014 vendute 65 mln auto, fatturato da 1.400 mld
Nel corso del 2014, secondo una stima di Ernst & Young i 16 maggiori costruttori di auto al mondo hanno fatturato quasi 1.400 miliardi di euro (1.367 per la precisione), cioè ad esempio più del Pil della Spagna del 2013 (poco meno di 1.300 miliardi). Al primo posto ci sono quelli della Germania che hanno raggiunto volumi per poco meno di 413 miliardi (412,731, quasi la metà dei quali sono ascrivibili al Gruppo Volkswagen), praticamente lo stesso Pil dell’Austria, e hanno preceduto di poco meno di 400 milioni di euro quelli del Giappone (412,357). Più distanti i marchi americani a quota 344 miliardi seguiti da quelli della Corea del Sud con 103,2. Al quinto posto quelli francesi con 94,6. Fare auto – la cui produzione è aumentata lo scorso anno di oltre due milioni di unità solo per quanto riguarda le auto sfiorando quota 65 milioni (64,959) – è sempre un bell’affare. Basti pensare che i volumi totali di un anno coprirebbero oltre il 60% del debito pubblico italiano (quasi 2.200 miliardi).
Tempi & Tempari
Una delle tante e notorie caratteristiche del sistema Italia è costituita dalla ricerca di soffiare ed alimentare “vento” su fatti e circostanze aventi quale terminale la riduttiva tentazione di brevettare la paternità della solita acqua calda. E quindi perchè mai tutto ciò non dovrebbe ricalcare anche la tematica dei tempi di manodopera per le operazioni di sostituzione e ripristino di parti di autoveicoli danneggiati? Come ben noto, nel recente passato qualche attore di mercato ha già tentato di percorre questa strada, utilizzando temerariamente l’ausilio della legge. Tutti noi, attori di mercato, sappiamo come l’allora imprudente tentativo legale venne – di fatto e di diritto – rigettato e ciò ha compiutamente salvaguardato, ad oggi, sia la categoria dei carrozzieri che gli interessi dei stessi consumatori finali, ovvero gli automobilisti. Nell’ultime settimane, sulla scia di un articolo di Federcarozzieri che poneva l’accento sugli strumenti denominati APP (applicazioni informatiche) il cui utilizzo – in minima parte – viene imposto dalle compagnie ai periti incaricati, si è aperta una viva discussione mediatica riprodotta anche sul sito dello SNAPIS (Sindacato nazionale Autonomo Periti Infortunistica Stradale). La discussione non verte tanto sull’utilizzo improrio delle APP, su questo aspetto – ad esclusione delle compagnie che inducono all’utilizzo – tutti sono d’accordo, bensì in merito alla genesis del “sistema tempario” e sulla prospettata eventuale nascita di un nuovo tempario fatto dai “soli” carrozzieri e volto ai carrozzieri. Predetta prospettiva veniva supportata nell’articolo in quanto veniva dato da intendere che la radice madre del tempario “carrozzeria” sarebbe risultata – a suo tempo- nativa degli stessi carrozzieri. Ma le cose stanno diversamente, il cosidetto Tempario “ex Ania” oggi utilizzato sul mercato, nasce dalla generezione di un sistema basato sui microtempi, sviluppato congiuntamente tra i delegati delle associazione di categoria (CNA-CONFARTIGIANATO -CASA) dei carrozzieri e i delegati delle Compagni Assicuratrici che ebbero dare luogo alle Commissioni Tecniche Paritetiche alle quali parteciparano fattivamente anche i Periti addetti all’infortunistica stradale. Quindi il Tempario per i lavori di Carrozzeria “ex Ania” è uno strumento la cui base sistemistica è nativamente condivisa tra gli attori che hanno incidenza operativa sul sinistro e sul ripristino del danno materiale all’autoveicolo. Tutto ciò è stato sancito successivamente anche dagli incartamenti processuali di “Torino” che, hanno espressamente indicato i soggetti a cui fanno capo i diritti di copyright intellettuale e commerciale del “Tempario ex Ania”. Quindi a cosa servirebbe un facsimile di un nuovo Tempario fatto dai soli carrozzieri? Condiviso da chi? Distribuito informaticamente da chi? Con quale fattibilità tecnica-economica? Con quale valutazione sui rischi giuridici in termini di eventuali violazioni di copyright?
Leggi articolo SNAPIS ” Contrari al Tempario prodotto da una soloa parte”
Riforma RC-Auto: Convegno Confartigianato Lombardia
Mercoledì 22 Aprile 2015, ore 18.30 presso la sede di Confartigianato Brescia, Via Orzinuovi, si svolgerà il convegno del Gruppo Regionale Carrozzieri di ANC-Confartigianato sul tema Riforma legislativa della RC-AUTO.
Confartigianato dice espressamente no al monopolio delle assicurazioni, a tutela delle carrozzerie, del libero mercato delle riparazioni e della liberta di scelta dei consumatori. La partecipazione al convegno è gratuita ed aperta a tutti gli operatori del settore.
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Antitrust: 29 milioni di multa a Generali e Unipol
Per quattro anni le due compagnie, secondo il garante della concorrenza, si sono spartite le gare per la copertura assicurativa dei mezzi di trasporto pubblico locale non presentandosi quando toccava all’altro vincere e far salire i premi.
Due multe, per complessivi 29 milioni di euro, sono state irrogate dall’Antitrust alle compagnie di assicurazioni Generali (euro 12.013.443) e Unipol-Fondiaria, queste ultime confluite oggi nel gruppo UnipolSai (euro 16.930.031). L’Autorità ha sanzionato così un’intesa restrittiva della concorrenza sulla partecipazione alle gare per la copertura assicurativa Rca dei mezzi di 15 aziende di Trasporto pubblico locale (Tpl) in altrettante città italiane. L’accordo, durato dal 2010 al 2014, ha riguardato 58 appalti.
A giudizio dell’Agcm, si è trattato di un’intesa unica e complessa consistente nella mancata partecipazione a numerose procedure di affidamento dei servizi assicurativi rami Responsabilità Civile Auto (RCA), allo scopo di evitare il confronto competitivo e mantenere la clientela storicamente servita attraverso negoziazioni bilaterali, a fronte di premi crescenti. Su un totale di 58 gare, 39 sono andate deserte e 19 sono state aggiudicate alla compagnia storicamente affidataria del servizio, in quanto unica offerente, bandite da queste aziende: AMTAB Bari, CSTP Salerno, APS Holding Padova, Autoservizi Irpini, STP Terra d’Otranto, CTP Napoli, GTT Torino, AMT Catania, ATC Terni, FTV Vicenza, AMT Genova, Tiemme Toscana Mobilità, ATAM Reggio Calabria, Azienda Trasporti di Messina e ASM Rieti.
Il coordinamento è avvenuto, tra l’altro, attraverso i contratti intercorsi tra le compagnie nel gruppo di lavoro sul Trasporto pubblico locale istituito presso l’ANIA, l’associazione di categoria delle imprese assicurative. L’intesa è stata giudicata molto grave dall’Antitrust perché aveva per oggetto la partecipazione coordinata a gare d’appalto in un comparto particolarmente sensibile, come la copertura assicurativa obbligatoria sui rischi RCA nel Trasporto pubblico locale, per l’alto numero di aziende e di gare coinvolte, e infine per la durata.