- Italia: costo medio della polizza Rc Auto 481 € e stipendio netto 19.100 €: la polizza incide mediamente sul reddito per il 3%;
- Francia: premio a 248 € e stipendio a 22.689 €: la polizza incide per l’1%;
- Spagna: premio a 207 € e stipendio a 21.122 € la polizza incide per l’1%.
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Carrozzieri: Presidenti di Categoria incontrano il sottosegretario Vicari
Ieri, 16 gennaio, i tre Presidenti nazionali della categoria Carrozzieri (Mario Coltelli – Casartgiani -; Franco Mingozzi – CNA-; Silvano Fogarollo – Confartigianato) unitamente ai rispettivi Segretari nazionali, hanno incontrato il Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico Simona Vicari. Oggetto della riunione era il decreto legge per la riforma RC-Auto. Abbiamo intervistato telefonicamente Mario Coltelli, Presidente nazionale dei carrozzieri aderenti a Casartigiani il quale ha dichiarato che nell’insieme l’incontro è da ritenersi estremamente positivo. Il Sottosegretario Vicari ha esposto diversi punti convergenti con le rivendicazioni esercitate dalla categoria in plurime occasioni così come in eventi pubblici degli ultimi giorni (Convegno di Bologna Federcarozzieri, sabato 11 gennaio; Incontro Unitario di Roma, 15 gennaio). Il Presidente Coltelli asserisce che la Vicari è assolutamente favorevole alla libera scelta dell’autoriparatore e nettamente contraria a qualsiasi modalità di riduzione economica del risarcimento qualora la riparazione venga effttuata presso un autoriparatore non fiduciario della compagnia assicuratrice. Rimane lo scoglio relativamente alla “Cessione del Credito” dove i tecnici del MSE mantengono la posizione sull’applicabilità solo se il risarcimento è concordato con la compagnia. Su questo punto, continua Coltelli: “sono emersi diversi aspetti contrastanti, anche e sopratutto dal punto di vista giuridico e per tanto si è deciso di dar luogo ad un nuovo incontro programmato sempre presso il miistero MSE per mercoledi, 22 gennaio ore 12:00.”
Riforma RC-Auto: Gli artigiani carrozzieri tirano le somme!
Da molti mesi il comparto carrozzeria nazionale vive una situazione di fortissima incertezza: la “ sopravvivenza imprenditoriale”, che nel mondo reale significa la sopravvivenza di centinaia di migliaia di nuclei familiari. Migliaia di imprenditori-artigiani che, nella maggioranza dei casi hanno fortemente reinvestito in ristrutturazioni ed ampliamenti aziendali, nell’ottica di consolidare e sviluppare la propria attività ed il proprio futuro. Viaggiando professionalmente nei vari continenti e avendo avuto la fortuna e l’opportunità di visitare e conoscere moltissime carrozzerie ed imprenditori carrozzieri di svariate nazionalità, è doveroso porre testimonianza sull’elevato livello medio delle carrozzerie nostrane, sia per quanto concerne le parti strutturali delle aziende che per gli allestimenti ed equipaggiamenti tecnici, nonché per l’organizzazione lavorativa e la qualità espressa nel ripristino e ricondizionamento dei veicoli danneggiati. Quindi il consolidare e sviluppare il proprio business è una naturale logica di mercato, almeno in un paese civile, democratico e rispettoso delle regole e tutele giuridiche. Viviamo in un bel paese chiamato Italia, laddove riscontriamo la vera bellezza delle cose, la cultura e le belle arti, la creatività e l’estro , il mangiar bene e tante altre buone cose che ci differenziano sostanzialmente da tutti gli altri. Purtroppo noi tutti siamo vessati da tanti altri aspetti che risultano essere in piena ed essenziale contraddizione rispetto a tutto di quanto positivo e bello noi possiamo vantare. Questa riforma RC-AUTO è una delle tantissime porcate che abbiamo vissuto e constatato negli ultimi venti anni. E’ l’ennesima ammucchiata bipartisan allargata. Vi chiederete perché venga usato il termine allargata? Oltre ai soggetti politici delle ambedue sponde, ha visto il coinvolgimento attivo di numerosi altri soggetti, garanti e non, di natura sindacale e non, tutti propensi e volenterosi nel pacchettizzare una riforma pro compagnie assicuratrici. Facendo mente locale il tutto inizia con la riforma Bersani, poi successivamente negli anni abbiamo constatato diversi tentativi e varie manovre di avvicinamento a quello che poi è stato il colpo finale del decreto legge in materia varato dal governo Letta nel mese di dicembre. I puristi potrebbero osservare che questo decreto legge assume la volontà di riformare un comparto con la finalità di renderlo dinamico, concorrenziale e garantire all’automobilista (l’assicurato) prestazioni qualitative e riduzione dei premi assicurativi. Purtroppo la realtà evidenzia ben altro e non tanto l’agonia e la morte di moltissime imprese-carrozzieri , bensì la prostrazione e vessazione dei diritti dell’assicurato, sia sul versante del risarcimento del danno materiale che quello corporale. Il titolo di questo articolo narra “Gli artigiani carrozzieri tirano le somme”. Cosa mai vuol significare? Siamo dell’opinione che gli imprenditori carrozzieri italiani da molti mesi stanno vivendo un proprio Olocausto. Prima increduli di ciò che i poteri forti stavano progettando e poi fiduciosi che il mercato non avrebbe mai potuto fare a meno delle loro prestazioni , ed in ultima istanza speranzosi di essere tutelati dalle rispettive associazioni di categoria (CNA, Confartigianato, Casartigiani). Piattaforme di settore quali il TEMPARIO.IT ed il blog di Federcarrozzieri, negli ultimi dodici mesi hanno svegliato le coscienze, spesso dormienti, dei carrozzieri. spiegando loro – con fatti e prove alla mano -cosa veramente stava succedendo alla categoria. Il grande successo della manifestazione di sabato 11 gennaio a Bologna, promossa da Federcarrozzieri, e la manifestazione del 15 gennaio a Roma, evento unitario delle Confederazioni artigiane, hanno segnato e marcato il prossimo futuro del comparto carrozzeria in Italia. E’ nata una presa di coscienza da parte degli imprenditori carrozzieri , hanno capito che dovranno monitorare l’operato di coloro che invece dovrebbero tutelarli e questo non perché essi agiscano in cattiva fede ma per pura ed assoluta approssimazione nei processi strategici-decisionali volti alla tutela della categoria. Sempre nell’evento di ieri a Roma è emerso che il Presidente nazionale di ANC-Confartigianato, Silvano Fogarollo e il Presidente nazionale di Casartigiani, Mario Coltelli, hanno assunto un formale distacco dalle proposte di emendamenti predisposti unitariamente dalle tre associazioni di categorie. Emendamenti valutati negativi e peggiorativi rispetto alla situazione di partenza del decreto legge. Il blog di Federcarrozzieri aveva già anticipato la predetta anomalia ed in seguito è emerso che il Presidente Fogarollo aveva già sollecitato la segreteria nazionale di Confartigianato a desistere da tali propositi, richiesta promossa anche da Claudio Chiacchiera, membro del direttivo nazionale di ANC-Confartigianato che a sua volta inoltrava una profonda analisi tecnico-giuridica a cura dall’Avv. Marco Bordoni. Il punto è che ieri le segreterie nazionali delle associazioni di categoria sono state sconfessate dai loro massimi dirigenti- artigiani nazionali. Questo vale per Confartigianato e Casartigiani che hanno, grazie all’operato dei loro massimi dirigenti-artigiani, ravveduto le loro posizioni sugli emendamenti da proporre agli esponenti politici. E per CNA? Tutto tace. Da un carrozziere è pervenuta la copia della tessera CNA per l’anno 2014….il logo pubblicitario UNIPOL pone tanto imbarazzo. Benvenuti in Italia!
Decreto Legge 23 dic. 2013 n. 145 – Primi suggerimenti pratici
L‘art 8. del decreto legge 23 dicembre 2013 n. 145 è entrato in vigore il 24 dicembre 2013. La sua validità dovrà essere confermata dalle Camere attraverso una legge di conversione entro 60 giorni e se questo avverrà le richieste di risarcimento istruite durante la vigenza di questo decreto saranno sottoposte alla sua disciplina. Occorre quindi che chi si accinge a redigere una richiesta di risarcimento o ad istruire una pratica per ottenere il ristoro di un danno che tenga conto sin da oggi delle novità che la norma introduce. In allegato è stato predisposto un documento con importanti segnalazioni che non intendono, ovviamente, esaurire la materia che sarà oggetto, nella disgraziata ipotesi di conversione del decreto legge, di più approfonditi esami. Tutto ciò che si è voluto fare è fornire alla categoria dei carrozzieri alcuni consigli pratici per pochi giorni, in attesa che l’eventuale provvedimento di conversione e le comunicazioni effettuate dalle compagnie ad IVASS ai sensi dell’art, 147 bis (termine ultimo, 30 gennaio) contribuiscano a portare qualche elemento di chiarezza in un quadro molto confuso.
E se domattina non ci fossero gli artigiani ?
Se domattina, d’improvviso, l’Italia fosse senza i suoi 1.416.847 imprenditori artigiani ?
L’impatto sulla popolazione sarebbe, tutto sommato, abbastanza contenuto: il 2,4% in meno. Ma gli effetti sarebbero quelli di uno tsunami sull’economia e sulle condizioni di benessere di cittadini e famiglie. Questa è la conclusione di un’analisi effettuata dall’autorevole Ufficio Studio di Confartigianato Imprese. Se si volatizzassero i 4.347.339 piccoli imprenditori – in imprese con meno di 50 addetti – l’economia italiana diventerebbe un vero e proprio deserto: l’impatto sulla popolazione sarebbe del -7,3%, ma il valore aggiunto generato dalle imprese in Italia si dimezzerebbe (-52%); il ‘buco di Pil’ sarebbe equivalente a poco meno (94,3%) di quanto prodotto dalle imprese dell’intero Nord Italia. Il numero dei disoccupati triplicherebbe e il tasso di disoccupazione passerebbe dal 12,0% al 43%. Il made in Italy perderebbe solo di apporto diretto – senza contare quanto prodotto in subfornitura per medie e grandi imprese – un valore equivalente alle esportazioni dell’intero Triveneto e cioè Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige.