Automotive, in Lombardia prodotto un terzo del fatturato

L’automotive continua tutt’oggi a rappresentare un settore produttivo di grande prospettiva per le imprese lombarde. Con oltre 1.000 aziende, per un fatturato annuo stimato in circa 15-20 miliardi e circa 50.000 addetti, il settore dell’automotive lombardo rappresenta il settimo cluster automotive europeo. Il 90% delle aziende automotive lombarde sono PMI, fornitori di primo, secondo e terzo livello. Secondo dati ANFIA, Regione Lombardia produce da un terzo alla metà del fatturato automotive nazionale. Una parte importante del fatturato automotive lombardo proviene dalle esportazioni. 

Fiat: medaglia d’oro del WCM all’impianto polacco di Tychy

L’impianto polacco di Tychy della Fiat ha conquistato la medaglia d’oro nella classifica mondiale del World Class Manufacturing (WCM), metodologia di organizzazione del ciclo produttivo per gestire le fabbriche secondo i migliori standard: sicurezza, ambiente, manutenzione, logistica e qualità. Il percorso di miglioramento del WCM prevede tre tappe intermedie (bronzo, argento e oro) prima del traguardo finale del World Class Level. 
Negli ultimi sette anni, la quasi totalità degli stabilimenti Fiat è stata coinvolta nel WCM e 58 di essi hanno ricevuto almeno un riconoscimento. Nelle scorse settimane, la medaglia d’oro è stata assegnata alla fabbrica turca di Tofas a Bursa e un precedente analogo premio era stato assegnato allo stabilimento campano di Pomigliano. Fiat assembla a Tychy i modelli 500, Abarth 500, Lancia Ypsilon e Ford Ka. Altro sito polacco Fiat “medagliato” è quello di Bielsko-Biala dove si producono i Multijet 1.3 e i TwinAir 0.9.

PSA: negoziati con Dongfeng, taglia sinergie con GM

Il Gruppo PSA ha ufficialmente confermato le trattative in atto con la partner cinese Dongfeng Motor e un possibile aumento di capitale funzionale all’ingresso di nuovi azionisti. I negoziati con Dongfeng sono però ancora nella fase preliminare e gli esiti non sono così scontati. Secondo gli analisti, l’apertura ai nuovi soci si concretizzerà nell’ingresso nel capitale PSA della stessa Dongfeng e dello Stato francese con una quota del 20% ciascuno. Se così fosse (pare che Parigi sia disposta ad “accettare” i cinesi, ma non permettendo loro di salire fino al 30%) si arriverebbe ad una svolta clamorosa con l’azionista di riferimento (la famiglia Peugeot) che scenderebbe fino al 15% perdendo lo status di principale azionista. L’incremento del capitale dovrebbe aggirarsi su 3,5 miliardi di Euro e PSA sta studiando con Dongfeng nuovi progetti industriali e commerciali che darebbero l’opportunità anche di rinforzarsi nei mercati emergenti del Sud-Est asiatico e del Sud America. I vertici del Gruppo francese (che dal 2014 sarà guidato da Carlos Tavares) hanno inoltre deciso di svalutare gli asset della divisione automotive per 1,1 miliardi di Euro causa l’impatto negativo dei mercati auto e lo sfavorevole contesto valutario in Russia ed America Latina. La Casa ha però specificato che la svalutazione non comporterà un peggioramento dei conti finanziari.
Nello stesso tempo, il Gruppo PSA ha annunciato sviluppi anche sul fronte dell’alleanza con General Motors. I due colossi hanno ridimensionato le previsioni sulle sinergie, attese ora a 1,2 miliardi di dollari entro il 2018 contro i precedenti 2 miliardi. Si volatilizza uno dei pilastri dell’accordo che ha portato GM a detenere una quota del 7% di PSA, vale a dire lo sviluppo di una nuova piattaforma per modelli di segmento B (progetto che PSA porterà avanti da sola). PSA e GM hanno però rilanciato anticipando la collaborazione su una nuova generazione di veicoli commerciali di segmento B da introdurre nel 2016, mentre le intese a livello di produzione consentiranno all’impianto di Sochaux di ospitare un futuro crossover. La stessa GM, se PSA dovesse davvero accogliere l’arrivo di Dongfeng e dello Stato, vedrebbe la sua partecipazione ridursi al 5%.

Adesso come la mettiamo?

Brutte nuove per il settore carrozzeria dalle stanze della politica romana. In calce all’articolo troverete il link alla pagina del CUPSIT (Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali Italiani) dove viene riportato che “Il ddl contenente il “pacchetto rc auto” potrebbe arrivare al consiglio dei ministri martedì prossimo (03.12.2013). Sono previsti il rafforzamento della forma specifica, limiti alla cessione a terzi e allungamento dei pagamenti.”

E adesso come la mettiamo? Tutti noi crediamo che sarà leggittimo, da parte della categoria dei carrozzieri, porre questa domanda ai propri rispettivi vertici responsabili delle Confederazione Artigiane che – da sempre – dovrebbero svolgere efficaci azioni a tutela della categoria. E’ pur sempre vero che da noi in Italia “la speranza” è ultima a morire, tuttavia fatti e rumors provenienti dalle stanze del potere politico non sono favorevoli alla libertà artigianale ed imprenditoriale dei carrozzieri. Di chi è la colpa di tutto ciò? Difficile rispondere. Le vittorie hanno sempre un padre, mentre le sconfitte tendono verso illustri ed ignoti padri  Comunque, qualora nella denegata ipotesi il decreto rc-auto dovesse passare così come si rumoreggia, la colpa certamente non sarà da attribuire alla categoria o meglio a quella parte “sana” della categoria che non si è mai prestata al “fiduciariato”. Diverso è invece il discorso per i vertici delle Confederazioni, che di fatto avrebbero dovuto giocare in primis la partita e quantomeno ad armi semi-pari, riversando sul terreno di gioco l’onda d’urto caratterizzata dall’insieme di tutte le categorie artigiane rappresentate, ovvero una monte significativo di voti e consensi politici. Tutto ciò non è avvenuto, anzi tardivamente si è cercato di “solleticare” gli addetti alla politica. Nasce spontanea la riflessione se in un prossimo futuro i carrozzieri artigiani saranno ancora disponibili a fare parte di un’associazione di categoria. Se poi il carrozziere “sciaguratamente” dovesse riflettere sugli evidenti e palesi conflitti d’interesse, allora il rinnovamento annuale della tessera associativa potrebbe risultare arduo.

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