Carrozzieri, rivolta anti-assicurazione

Riportiamo, nell’allegato da scaricare, l’articolo pubblicato in data 27 marzo dal quotidiano L’Adige e relativamente alla “situazione di mercato” in essere tra le carrozzerie convenzionate con le compagnie assicuratrici e quelle che indipendenti. Nell’articolo, il Consorzio Carrozzieri Trentini, che organizza oltre un quarto delle carrozzerie trentine, sta per avviare una campagna in cui mette in guardia gli automobilisti (assicurati) dalla “canalizzazione” forzata del cliente verso carrozzieri convenzionati.

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Antitrust: clausola di divieto di cessione applicabile e non vessatoria

L’AGCM ha ritenuto la clausola di divieto di cessione applicabile e non vessatoria.

Questa è la pronuncia sull’istanza di interpello concernente la clausola disciplinante la cessione del credito inserita nel contratto da Vittoria Assicurazioni S,p,A. L’IVASS (ex ISVAP) nel parere reso all’Autorità Garante ha ritenuto che la clausola in esame mira a fronteggiare fenomeni speculativi che incidono su costi generali delle liquidazioni dei sinistri. L’Autorità Garante a sua volta, pur rilevando che la clausola oggetto di interpello limita la libertà contrattuale dell’assicurato, non integra un’ipotesi di vessatorietà ai sensi dell’art. 33, comma 1) e 2) del Codice del Consumo in ragione delle seguenti considerazioni:

– nel caso specifico, la limitazione alla cessione del credito opera nella sola ipotesi della procedura di risarcimento diretto e non in caso di richiesta di risarcimento all’assicuratore del danneggiante;

– la limitazione non opera qualora Vittoria Ass. non abbia manifestato il proprio diniego entro il termine di 4 giorni dal ricevimento della richiesta dell’assicurato di avvalersi di una carrozzeria non convenzionata;

– in base alla clausola oggetto di interpello, l’assicurato può ottenere la riparazione del veicolo danneggiato dal proprio carrozziere di fiducia, senza anticipare i costi, con lo strumento della delega di pagamento;

Il Garante evidenzia che Vittoria Ass. garantisce nella documentazione allegata alla polizza che “L’Impresa agirà nei confronti del contraente per il recupero dell’eventuale pregiudizio arrecato”……….. per la possibile rivalsa al recupero di voci quali “le spese legali, il noleggio non dovuto, le riparazioni non inerenti”,……. così che l’assicurato è nella condizione ottimale di comprendere quale azione può essergli intentata dall’assicurazione in caso di cessione del credito non autorizzata e/o esecuzione della riparazione presso una carrozzeria non convenzionata.

Quindi, sempre secondo il Garante, la limitazione della libertà contrattuale dell’assicurato, come anche indicato (suggerito) dall’IVASS nel proprio parere, costituisce di fatto un rimedio per contrastare comportamenti fraudolenti in sede di riparazione e quantificazione dei danni, e risulta idonea a ridurre i costi di gestione dei sinistri con possibili riflessi positivi per gli assicurati in termini di diminuzione del costo della copertura assicurativa.

Che l’Italia sia una nazione alla deriva è un dato di fatto, tuttavia questa pronuncia da parte dell’Autorità Garante è incomprensibile, vessatoria per l’assicurato nonchè per la categoria degli autoriparatori. Bisogna quindi chiedersi come mai il Garante sollecita un solo parere in merito (all’IVASS), trascurando ed ignorando di fatto le associazioni dei consumatori e le organizzazioni che dovrebbero tutelare gli autoriparatori?

Il vero problema nasce dall’ignoranza -termine assolutamente non offensivo – sulla reale situazione di mercato. Basterebbe fare una sorta d’indagine “on field”, sul campo come dicono gli americani, per fare emergere le situazioni delle strutture convenzionate, le condizioni applicate dalle compagnie e le motivazioni delle stesse strutture che hanno aderito alle convenzioni.

Dalle conclusioni del pronunciamento del Garante si potrebbe anche dedurre che solo le strutture convenzionate possono fregiarsi di appellativi quali professionalità, trasparenza, etica morale etc., mentre tutti gli altri autoriparatori – la maggioranza -, risultano essere agli occhi del Garante e dell’ISVAPP dei potenziali soggetti fraudolenti, così come i periti,……………… solo quelli con il mandato della Vittoria Ass. potranno camminare ancora a testa alta!

Dove sono rimasti quindi i soggetti deputati alla tutela della categoria? Forse intorno ad un tavolo e alla ricerca di un passato che non potrà più essere il presente e/o il futuro? Forse si intrattengono con una controparte che in realtà vuole solo concertare la limitazione della cessione del credito,ad oggi  l’unico strumento valido a supporto del carrozziere,…… sempre laddove ancora applicabile…l’Autorità Garante ha di fatto già tracciato la strada!

E se gli artigiani carrozzieri decidessero di riparare i veicoli pretendendo il dovuto esclusivamente dall’assicurato? Scusate…ma questo è avvenuto solo tanti anni fa…..ma non in Italia….. in un altro mercato Europeo, lo stesso mercato che oggi offre polizze rc-auto e kasko  tra le più basse in Europa, con una tariffa oraria pari al triplo rispetto alla nostra, senza canalizzazioni forzate e con dei costi generali di gestione dell’azienda nettamente inferiori a quelle nostrane.

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Aci: gli italiani non sanno prestare soccorso

Il 93% degli italiani non è in grado di soccorrere efficacemente un ferito a seguito di un incidente stradale. Lo si evince da uno studio EuroTest condotto in 14 Paesi del Vecchio Continente dagli Automobil Club in collaborazione con la Croce Rossa. Infatti, poiché la metà dei decessi nei sinistri avviene entro pochi minuti dall’incidente, sarebbe decisivo saper intervenire con alcuni accorgimenti in attesa che arrivi il personale medico. Il 62,3% degli automobilisti si dichiara capace di intervenire, ma il 97,5% non conosce la procedura da seguire (e solo il 14% sa che la prima cosa da fare è mettere in sicurezza il luogo dell’incidente). Altri numeri per testimoniare l’inadeguatezza degli italiani in questi casi: l’85,5% non sa che il numero di emergenza è il 112, il 93,4% non riesce ad accertare le condizioni della vittima, il 98,7% si blocca in caso di ferite gravi e l’85,5% non sa eseguire il massaggio cardiaco.

Tornano a crescere i furti d’auto in Italia

Sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno, LoJack Italia, leader nel recupero e nel rilevamento di beni rubati, ha elaborato il Dossier annuale sui furti d’auto 2012 dal quale si evince che lo scorso anno, invertendo una tendenza decennale, il numero dei furti d’auto nel nostro Paese è tornato a crescere (+1,84%). È dunque evidente che, a fronte di un mercato in forte crisi tanto da aver fatto capolino per la prima volta la parola “demotorizzazione”, c’è un’industria collegata alle quattro ruote che non conosce pause e che sembra trovare nuove risorse per alimentarsi proprio in questa fase di vendite al ribasso. L’indice di disoccupazione sempre più elevato (soprattutto tra i giovani) e la crescente diffusione di tecniche e modalità criminali sempre più ingegnose sono tra i motivi alla base della rinnovata crescita dei furti. Al fatto che nel 2012 sono state 316 le vetture rubate ogni giorno (6 in più rispetto al 2011, praticamente una ogni 5 minuti) si aggiunge la preoccupante tendenza (già in atto da anni) del calo nei ritrovamenti dei veicoli rubati: dai circa 130 mila del 1990 si è passati ai 123 mila del 2000 fino ai 58 mila del 2010 e ai 51 mila del 2011 per giungere al minino storico dello scorso anno di 49 mila. Per non parlare dei veicoli spariti letteralmente nel nulla. cresciuti da 62.026 a 65.879 perché i topi d’auto si avvalgono ormai di sistemi sempre più sofisticati e tecnologici e perché le organizzazioni criminali sono capaci di creare network efficaci di commercio internazionale che movimenta centinaia di migliaia di vetture sull’intero territorio europeo. Un fenomeno sociale, quello dei furti d’auto, che vede purtroppo l’Italia ai vertici della classifica continentale insieme a GB e Francia. Eppure, come ricordato dall’Amministratore Delegato, Maurizio Iperti, LoJack Italia è riuscita nel 2012 (in sinergia con le Forze dell’Ordine) a recuperare il 90% dei veicoli rubati equipaggiati con i dispositivi LoJack nelle 48 ore successive al furto supportando al meglio l’attività di Polizia e Carabinieri. Ma veniamo nel dettaglio all’analisi regionale e cittadina dei furti. Tra le regioni più colpite da questa piaga, gli aumenti più rilevanti del 2012 si sono verificati in Campania, Calabria, Abruzzo, Sicilia e Toscana, mentre la morsa criminale si è attenuata in Liguria, Puglia, Sardegna e Piemonte. L’oasi felice per i topi d’auto si conferma la Campania con 22.350 episodi (1.404 in più rispetto al 2011) e non bisogna dimenticare che nella stessa Campania e in Puglia non si tiene conto di un dato sommerso, quello dell’estorsione che prevede il pagamento di un riscatto da parte di chi ha subito il furto per riottenere l’auto. Per quanto riguarda le città, Roma conserva il suo ruolo di Capitale anche in questo ambito con quasi 19 mila furti, seguita nell’ordine da Napoli, Milano, Catania, Bari, Torino e Palermo. La palma delle province meno colpite è da assegnare a pari merito a Belluno ed Aosta. La Fiat Panda, infine, è la vettura “preferita” dai topi d’auto con 11.004 esemplari rubati lo scorso anno (quasi il 10% del totale). La top ten di questa speciale classifica è completata, nell’ordine, da Punto, Uno, 500, Ypsilon, Fiesta, Golf, ForTwo Coupé, Corsa e Grande Punto.