Motivazioni di natura finanziaria avrebbero ormai indotto Audi a mollare definitivamente la presa sulla ricerca nel campo delle auto elettriche. Lo sottolinea l’autorevole Auto Motor und Sport. La Casa dei quattro anelli aveva già cancellato il programma di sviluppo della supercar elettrica R8 E-tron e ha preso un’analoga decisione riguardo l’ipotizzato ritorno per il 2015 della A2 che sarebbe stata equipaggiata con un motore elettrico.
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Suzuki prepara super offensiva
Suzuki sta preparando un’articolata offensiva di prodotto nei segmenti A, B e C, quelli peraltro dove vanta un’esperienza da leader e dove la domanda è maggiore in questo periodo di crisi economica globale. La prima novità riguarda il segmento C ed è già stata anticipata dalla concept S-Cross che all’imminente Salone di Ginevra si trasformerà in veicolo di serie, in attesa della commercializzazione italiana in autunno. Seguiranno un nuovo modello per il segmento A nel 2014, un inedito sport utility compatto nel 2015 e una new entry da segmento B nel 2016. Come da tradizione, l’offensiva Suzuki sarà anche all’insegna del rispetto ambientale. La Casa nipponica intensificherà infatti l’impegno nella riduzione delle emissioni di CO2 intervenendo sul peso delle vetture con l’adozione di materiali più leggeri e affinando la tecnologia dell’iniezione diretta a benzina. Saranno apportate modifiche sui sistemi di frenata rigenerativa, sulla funzione start&stop, sulle trasmissioni CVT e sugli ausili alla guida. Nei prossimi anni la ricerca Suzuki si concentrerà inoltre su ibride, elettriche ad autonomia estesa e anche sull’idrogeno.
PSA: perdite nette record da 5 miliardi di Euro nel 2012
Cominciamo dai freddi numeri, purtroppo impietosi a testimoniare la grave crisi di cui soffre il Gruppo. A causa soprattutto della debolezza dei mercati dell’Europa occidentale (in particolare di Francia, Italia e Spagna dove è molto esposto), PSA ha chiuso l’esercizio 2012 con una perdita netta record di 5,01 miliardi di Euro, peggiore rispetto alle previsioni degli analisti e quasi il triplo rispetto all’ultima annata più negativa (1,6 miliardi di Euro nel 2009). Giusto ricordare che gran parte del passivo è legata alla maxi svalutazione da 4,13 miliardi annunciata la scorsa settimana che però, come spiegato dai vertici, non inciderà sui livelli di solvibilità e liquidità. La riduzione della capacità produttiva e un’attenta gestione dei costi ha evitato un tracollo ancor più consistente, ma resta il fatto che nel corso del 2012 il Gruppo ha bruciato cassa al ritmo di 200 milioni di Euro al mese. I ricavi hanno registrato una flessione del 5,2% a 55,45 miliardi di Euro per il calo del 17% nei volumi di vendita globali a 2,97 milioni di esemplari, mentre le perdite operative della divisione automotive sono salite da 92 milioni a 1,50 miliardi.
PSA prevede un ritorno alla liquidità operativa alla fine del 2014 e il responsabile finanziario, Jean-Baptiste de Chatillon, ha ribadito che la divisione componenti Faurecia (di cui il Gruppo detiene una quota del 57,4%) non è in vendita. “I risultati della riduzione dei costi e i piani di dismissioni di asset (per questi ultimi sono già stati ricavati 2 miliardi di Euro, ndr) hanno superato i nostri obiettivi e sono dunque state poste le basi per una ripresa”, così il Presidente Philippe Varin ha cercato di infondere un po’ di ottimismo e sulla stessa falsariga si è espresso il Chairman del Consiglio di Sorveglianza, Thierry Peugeot. Gli obiettivi per il 2013 sono di dimezzare il flusso di cassa negativo e di recuperare terreno a livello vendite con la prevista crescita in Cina, Sud America e Russia a compensare le persistenti difficoltà in Europa. PSA conta inoltre di incrementare l’incidenza dei Paesi al di fuori del Vecchio Continente sul totale delle immatricolazioni, già salita nel 2012 al 38% contro il 33% dell’anno precedente. Sul bilancio PSA è intervenuto anche il Ministro dell’Economia di Parigi, Pierre Moscovici, che a radio France ha invitato alla calma. “Auspico che non ci sia alcuna forma di panico, ma un’azione risoluta condotta dai dirigenti della società con l’appoggio dello Stato. Abbiamo fatto ciò che doveva essere fatto e gli aiuti garantiti a PSA Banque Finance sono già stati autorizzati in modo provvisorio dalla Commissione Europea. La governance dell’azienda è stata cambiata e ora ciò che bisogna condurre è una politica di riassetto”. Sul tavolo restano la paventata chiusura della fabbrica di Aulnay e i circa 8.000 esuberi, mentre sono ancora lontani i tempi in cui le sinergie con GM daranno frutti effettivi.
Ania riforma governance
Il Comitato esecutivo dell’Ania, nell’ambito del processo di riforma della governance avviato dalla presidenza Minucci, ha istituito il Comitato strategico e sei Commissioni permanenti (Auto, Danni, Vita e welfare, Distribuzione, Economia e finanza, Relazioni industriali) approvandone i relativi regolamenti. Il Comitato strategico, composto dal Presidente, dai Vicepresidenti e da 6 membri nominati dal Comitato Esecutivo tra i propri membri, svolge funzioni consultive sulle linee di indirizzo dell’Associazione.In particolare, il Comitato Esecutivo ha deliberato la seguente composizione: Aldo Minucci, Presidente Ania, Carlo Acutis, vicepresidente Ania e Vittoria Assicurazioni, Maria Bianca Farina, vicepresidente Ania e Ad Poste Vita e Poste Assicura, Raffaele Agrusti, Country Manager per l’Italia di Assicurazioni Generali e Presidente Genertellife, Carlo Cimbri, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Unipol Gruppo Finanziario, Giovanni Di Benedetto, Presidente Itas Assicurazioni e Itas Mutua, Giovanni Battista Mazzucchelli, ad Società Cattolica di Assicurazione, George Sartorel, ad Allianz Italia, Pietro Sella, Presidente C.B.A. Vita.
Daimler: 13 nuovi modelli per leadership premium nel 2020
Grazie anche al contributo di un positivo quarto trimestre (utile netto in crescita del 32% a 2,36 miliardi di Euro, profitti operativi aumentati del 7% a 2,32 miliardi e ricavi da 29,83 miliardi, il 3% in più), il Presidente Dieter Zetsche ha potuto annunciare stamane un tutto sommato soddisfacente bilancio finanziario 2012 per il Gruppo Daimler. Infatti, al calo dell’Ebit da 8,8 a 8,6 miliardi di Euro (per la mole di investimenti prodotta nell’anno che porterà frutti in futuro) e dell’utile della gestione ordinaria da 9 a 8,1 miliardi, si sono contrapposti gli incrementi dell’utile netto da 6 a 6,5 miliardi e del giro d’affari del 7% a 114,3 miliardi di Euro.
Zetsche ha inoltre ricordato il nuovo record nei volumi di vendita mondiali, cresciuti del 4% per l’intero Gruppo a 2,2 milioni di esemplari grazie soprattutto alle divisioni Daimler Trucks e Mercedes-Benz Cars (quest’ultima ha guadagnato un ottimo 5,1% per un totale di 1.451.600 unità). Sempre Mercedes-Benz Cars ha anche realizzato il nuovo record dei ricavi con un +7% a 61,7 miliardi di Euro, mentre le altre divisioni Mercedes-Benz Vans e Daimler Buses hanno visto scendere leggermente vendite e fatturato. A fine 2012 la liquidità netta è rimasta sostanzialmente stabile a 11,5 miliardi di Euro e nella prossima assemblea degli azionisti il CdA proporrà la distribuzione di un dividendo invariato a 2,2 Euro per azione.
Per il 2013, il Gruppo Daimler prevede una domanda mondiale in crescita del 2/4% sfruttando la scia della ripresa in USA e il sempre buon andamento in Cina a compensare la persistente debolezza europea. Zetsche ha anticipato l’obiettivo di incrementare ancora i volumi e il giro d’affari, ma soprattutto ha ribadito il target fondamentale per il Gruppo: conquistare la leadership globale premium entro il 2020. L’attacco a BMW e Audi si concretizzerà nel programmato lancio di 13 nuovi modelli. Il Presidente ha infine confermato che sono in corso contatti con il fondo Investindustrial della famiglia Bonomi allo scopo di stringere un’alleanza strategica a livello motoristico con Aston Martin.