Pubblicazione di Info Consumatori
Alcune compagnie assicurative applicano tariffe differenziate per nazionalità nelle polizze assicurative RCauto, che diventano più care per cittadini comunitari ed extracomunitari considerati più “rischiosi”. La richiesta di applicare tariffe indipendenti dalla cittadinanza è al centro di una raccomandazione apposita emanata a gennaio dall’UNAR (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali), mentre un esposto presentato dalle associazioni ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e Avvocati per Niente ONLUS nei confronti di due compagnie assicurative ha permesso di arrivare ad una soluzione extragiudiziale davanti al Tribunale di Milano. Per un caso in via di risoluzione, però, ve ne sono altri che rimangono. E manca una presa di posizione ufficiale e vincolante sia da parte dell’Ania che dell’Isvap: è la rinnovata denuncia dell’Asgi, che ha scritto nuovamente alla Commissione europea chiedendo che “ venga avviata una procedura di infrazione del diritto dell’Unione europea a carico della Repubblica Italiana in relazione alla questione delle tariffe differenziate per nazionalità dell’assicurato nelle polizze assicurative RCA”.
La lettera fa seguito all’esposto inviato lo scorso 20 gennaio, nel quale l’associazione aveva citato la Zurich Insurance Plc e la Quixa tra le compagnie assicurative operanti in Italia che utilizzavano il parametro “cittadinanza” quale fattore attuariale nella definizione delle tariffe delle polizze assicurative RCA, con conseguente applicazione di premi maggiorati per i contraenti di nazionalità stranieri, inclusi quelli appartenenti ad alcuni Paesi Ue. Le due compagnie hanno reso noto che non useranno più il parametro della cittadinanza per determinare le condizioni tariffarie delle polizze rc auto – in particolare, dal 1° gennaio le differenze tariffarie basate sulla cittadinanza sono state eliminate dalle proposte contrattuali di “Zurich Insurance Plc-Rappresentanza generale per l’Italia” e dal 30 aprile lo saranno anche da quelle di Zuritel Spa, mentre l’eliminazione del parametro cittadinanza da parte di Quixa avrà effetto dal 30 giugno. Nella vicenda si è dunque trovata una soluzione conciliativa con la scelta di una opzione, quella di eliminare il riferimento alla cittadinanza, che l’Asgi spera “venga fatta propria da tutte le compagnie che ancora utilizzano, nella formazione della tariffa, il criterio della cittadinanza, affinché si pervenga al più presto ad una omogeneità di comportamenti che garantisca il pieno rispetto del principio di uguaglianza e non discriminazione tra italiani e stranieri”.
L’associazione denuncia infatti che la questione della discriminazione attuata dalle politiche tariffarie di alcune compagnie RC auto non è affatto risolta. Lo dimostra la raccomandazione dell’UNAR del 31 gennaio scorso. Si legge nel documento: “In Italia è stato fatto rilevare che alcune compagnie assicurative applicano, per la sottoscrizione delle polizze assicurative RCA auto, tariffe differenziate – e più elevate – per i cittadini comunitari (quali ad esempio i romeni o i polacchi) ed extracomunitari residenti in Italia, rispetto alle tariffe applicate ai cittadini italiani, sostenendo che i primi avrebbero una propensione maggiore al danno da incidente automobilistico riconducibile in misura determinante alla loro stessa nazionalità”.
L’UNAR spiega di aver avviato un tavolo tecnico con Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) e Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private). L’Ania ha confermato che diverse imprese assicurative adottano il parametro della cittadinanza dell’assicurato ai fini della tariffazione, avvalendosi di dati interni aziendali: la cittadinanza viene usata come parametro che agirebbe al pari di altri fattori di differenziazione del rischio, applicato senza motivazione discriminatoria. L’assenza di obiettivo discriminatori viene riportata anche da alcune compagnie. Lo Stato di nascita (questa la motivazione addotta da una compagnia e riportata nella raccomandazione dell’UNAR) sarebbe equivalente allo “Stato di conseguimento della patente di guida”.
La stessa raccomandazione UNAR cita inoltre un’indagine svolta dall’Isvap per la quale il 25% del campione di compagnie assicurative esaminato applica premi assicurativi maggiorati in base alla nazionalità, mentre per quanto riguarda il fattore “residenza”, alcune compagnie che applicano maggiorazioni sulla nazionalità non tengono conto della residenza mentre altre penalizzano i cittadini stranieri sia in base alla nazionalità che in base alla residenza. L’Ufficio, si legge nella raccomandazione, “auspica che tutte le compagnie assicurative offrano la stipula dei contratti RC auto applicando ai contraenti con cittadinanza non italiana le medesime tariffe previste, a parità di ogni altra condizione, per i cittadini italiani e, comunque, tariffe indipendenti dalla cittadinanza dei richiedenti”.
Da qui parte l’Asgi che contesta l’assenza di posizioni ufficiali e vincolanti da parte dell’Ania e soprattutto dell’Isvap. “A tutt’oggi, nonostante l’esito del procedimento giudiziale dinanzi al Tribunale di Milano, e nonostante la raccomandazione dell’UNAR – denuncia l’associazione – non risulta che né l’Ania, né l’Isvap abbiamo assunto posizioni ufficiali e vincolanti volte a impedire che alcune compagnie assicurative operanti in Italia continuino ad utilizzare il parametro della cittadinanza dell’assicurato quale fattore attuariale nella determinazione delle tariffe per le polizze assicurative RCA, anche nei confronti e a svantaggio di soggetti tutelati dal diritto dell’Unione europea. In particolare, nessun intervento in proposito è stato assunto dall’Isvap”. Da qui la richiesta di intervento della Commissione europea perché verifichi i presupposti per l’avvio di un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia.