Ecco servita la stangata autunnale
Rc Auto, benzina, raccolta dei rifiuti, tariffe energetiche: il calderone dei prossimi rincari è già pieno fino all’orlo e il sapore di questa “mistura” potrebbe risultare molto amaro per i consumatori italiani. Come di consueto, l’Adusbef e la Federconsumatori hanno provveduto a calcolare l’importo esatto della stangata in questione, la quale rischia di colpire i cittadini nei prossimi mesi autunnali. Nello specifico, si tratta di una cifra superiore ai 1.500 euro, ma il dato preoccupante è rappresentato dal fatto che nessun settore può dirsi migliore dell’altro, visto che ognuno di essi andrà a contribuire in maniera determinante. Quindi, anche il cibo, le assicurazioni (come se non bastassero le pratiche commerciali scorrette attuate dalle compagnie), i libri scolastici,
i biglietti dei treni e il riscaldamento fanno tutti parte di questo quadro a fosche tinte. Non è proprio possibile contrastare questo continuo rialzo dei prezzi? La ricetta suggerita dalle due associazioni suona come ripetitiva, ma è difficile trovare delle alternative valide: i due presidenti, Elio Lanutti e Rosario Trefiletti hanno suggerito infatti di avviare delle verifiche piuttosto accurate su ogni singolo comparto, in modo che si possa scongiurare da subito il pericolo della speculazione. Il rincaro in questione, inoltre, è stato definito come “insopportabile”. Purtroppo, è l’alimentazione a dare il “cattivo esempio”, gli aumenti cominciano proprio a questi livelli e poi si diffondono a macchia d’olio a tutto il resto dell’economia: questo vuol dire che non si tratta di un evento a sé stante, ma di qualcosa che viene provocato dagli speculatori stessi. La contrazione dei consumi è un altro dei fattori determinanti da questo punto di vista. Infine, occorrono delle regole più certe e severe nei vari mercati: le authority sono dunque chiamate a una mole di lavoro più grande del normale, ma anche il governo e soprattutto gli organi che ricoprono ruoli ispettivi devono fare finalmente la loro parte.
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Fiat: Lancia Flavia solo cabrio in Europa
Gruppo Fiat protagonista in questi primi giorni di ritorno dalle vacanze. Sono infatti numerose le questioni aperte, a cominciare dai piani europei relativi alla nuova Lancia Flavia, derivata della Chrysler 200. Lo scorso marzo, in occasione del Salone di Ginevra, erano state presentate due versioni, la berlina e la cabrio e il Gruppo aveva lasciato intendere che entrambe sarebbero state vendute nel Vecchio Continente. Sembra invece che soltanto la variante scoperta approderà in Europa in quanto Fiat avrebbe valutato eccessivi i costi per l’aggiunta di un motore a gasolio. La Flavia cabrio, dunque, avrà soltanto propulsori a benzina e debutterà nei primi mesi del 2012 con l’obiettivo di non far rimpiangere l’assenza del diesel.
Continuano nel frattempo le controversie legate al futuro del piano Fabbrica Italia. Dopo che nei giorni scorsi Marchionne aveva confermato al Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l’avvio dei previsti investimenti nello stabilimento di Grugliasco (ex Bertone) per la produzione di vetture targate Maserati, lo stesso Amministratore Delegato ha garantito al Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che il miliardo di Euro per la fabbrica di Mirafiori sarà effettivamente stanziato. Ma Fiat potrebbe cambiarne i progetti produttivi. L’iniziale obiettivo di assemblarvi sport utility Alfa Romeo e Chrysler destinati soprattutto al mercato nordamericano non sembra più una soluzione ottimale e Marchionne sta cercando alternative. Va ricordato che attualmente a Mirafiori si lavora pochi giorni al mese e soltanto sulle linee di MiTo e Musa. Inevitabili le proteste dei sindacati su questa incertezza produttiva per la quale Marchionne ha però assicurato una decisione in tempi rapidi. Infine, una questione aperta e in divenire rimane quella delle attività in India dove Fiat opera a Ranjangaon. In un colloquio con l’Ansa, l’A.D. della joint venture con Tata, Rajeev Kapoor, ha annunciato che Fiat India lancerà in autunno una nuova aggressiva campagna pubblicitaria e che in seguito costituirà una rete distributiva indipendente per ridare fiato a vendite nettamente inferiori alle aspettative. Vicina inoltre la firma con Suzuki per la fornitura di 100 mila motori l’anno destinati ad auto Maruti.