Approvato, ieri alla Camera dei deuptati, il Ddl Concorrenza con 269 si, 168 no e 23 astenuti. Sul fronte Rc-Auto, il governo aveva ripreso l’impianto stralciato dal decreto Destinazione Italia di fine 2013, che prevedeva in sostanza l’obbligo da parte delle compagnie di attuare sconti significativia a fronte di plurime condizioni, quali l’installazione della scatola nera, l’effettuazione della riparazione del veicolo incidentato presso autoriparatori fiduciari delle compagnie, il divieto della cessione del credito ed altre clausole finalizzate alla riduzione dei costi e al contrasto delle frodi. Le commissioni parlamentari avevano già cancellato la disciplina per la riparazione del veicolo sinistrato presso una carrozzeria convenzionata, così come la restrizione (tra l’altro anticostituzionale) all’applicazione della cessione del credito. Quindi un si, di fatto e di diritto, alla pratica della cessione del credito e la piena facolta per l’assicurato di essere risarcito integralmente per la riparazione effettuata a regola d’arte presso un autoriparatore di propria fiducia. La compagnia assicuratrice potrà non risarcire il cliente, motivando compiutamente la decisione, qualora dovessero emergere incongruenze tecniche per il danno dichiarato. In merito alla ben nota questione sulla notifica dei testimoni dell’avvenuto sinistro e per gli incidenti con soli danni materiali, la compagnia assicuratrice potrà chiedere l’idntificazioni dei testimoni, ma solo a mezzo di raccomandata a/r da inviare entro 60 giorni dall’avvenuta notifica del sinistro. L’assicurato avrà l’onore di rispondere, sempre a mezzo raccomandata, entro ulteriori 60 giorni. Per quanto concerne la scatola nera e l’ausilio di sistemi rilevatore del tasso alcolemico, così come l’ispezione dei veicoli, i costi d’installazione saranno totalmente a carico delle compagnie e dovranno, obbligatoriamente, dare diritto alla fruizione di sconti significativi sul premio corrisposto dall’assicurato. L’ammontare dei predetti sconti sarà deciso da apposite procedure e tabelle demandate all’Ivass. Ulteriori corposi sconti sulle polizze saranno preposti ai residenti nelle regioni del meridione, qualora gli assicurati vanteranno un periodo di almeno 5 anni esenti da sinistri e avranno aderito all’installazione della scatola nera. Ulteriori modifiche sono state deliberate per le lesioni di lieve entità che potranno essere risarcite per danno bilogico permanente anche e solo a fronte di una perizia medico-legale visiva e senza l’apporto di costosi esami strumentali. Per le tabelle su cui si basa la quantificazione del risarcimento per danno biologico, indipendentemente dal gravità del danno patito e subito,entro 4 mesi verrà creata una tabella unica nazionale che dovrà risultare l’unica tabella di riferimento per tutto il territorio nazionale e da ritenersi di consolidata leggittimità giuridica. La parola ora passa al Senato.
Il Decreto Ruote fa notizia
È entrato ufficialmente in vigore con data, 1° ottobre 2015, il Decreto Ministeriale n.20 del 10 gennaio 2013, conosciuto ai più come Decreto Ruote, che prescrive l’obbligo di omologazione di tutti i cerchi per auto e fuoristrada immessi sul mercato italiano: d’ora in avanti in Italia potranno essere venduti solo cerchi aftermarket (esclusi ovviamente quelle fornite dal costruttore veicolo) omologati secondo il Regolamento Europeo UN/ECE 124 o secondo omologazione NAD. Il Decreto apre le porte – nel caso di omologazione NAD – al light tuning con la possibilità di montare cerchi e pneumatici diversi da quelli riportati sulla carta di circolazione senza il nulla osta del costruttore del veicolo. In sostanza, se si vogliono montare sul proprio veicolo ruote di dimensioni diverse da quelle indicati nella carta di circolazione è sufficiente recarsi dal proprio gommista, verificare con lui quale ruota omologata NAD risulti idonea alla propria auto attraverso il “Campo d’ Impiego” (che identifica le famiglie di veicoli sulle quali il sistema ruota può essere installato) e le combinazioni cerchio/pneumatico previste nell’omologazione stessa, far effettuare il montaggio e farsi rilasciare dall’installatore il certificato di conformità dei cerchi e la dichiarazione di corretto montaggio.
Dieselgate:in Italia coinvolte 648 mila auto
Il Comitato Esecutivo del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo Volkswagen si è riunito giovedì, 1 ottobre, ieri per ben sette ore. Al termine della riunione fiume, i vertici del colosso tedesco hanno promesso che sarà fatta chiarezza, ma l’indagine esterna condotta da Jones Day durerà mesi. Il Comitato, riunitosi sotto la Presidenza ad interim di Berthold Hüber, ha inoltre ribadito la fiducia all’attuale responsabile finanziario, Hans Dieter Pötsch, confermandone l’ingresso nel Board e il suo nome quale nuovo Chairman del Consiglio di Sorveglianza al posto di Ferdinand Piech, incarico che dovrebbe essere ufficializzato il 9 novembre. Quale erede di Pötsch alla finanza, il Gruppo ha indicato Frank Witter, ora Chairman di VW Financial Services. Nel frattempo, mentre Audi invita la clientela ad andare sul suo sito internet per verificare i modelli interessati al mega richiamo globale e mentre i giudici della Bassa Sassonia smentiscono di aver avviato un’inchiesta penale sull’ex A.D. Martin Winterkorn, la divisione italiana del Gruppo annuncia il numero dei veicoli coinvolti nel “dieselgate”. Sono in tutto 648.458 unità, delle quali 361.432 Volkswagen, 35.348 Seat, 38.966 Skoda, 197.421 Audi e 15.291 veicoli commerciali. VW Group Italia ribadisce che i diesel Euro 6 sono legali.
L’indice borsa delle Case Auto si riprende
Reduce dal peggior bilancio settimanale di sempre causato dagli effetti negativi del “dieselgate” Volkswagen, l’andamento dell’indice di settore delle Case automobilistiche ha rialzato la testa, nonostante il nuovo pesante flop del costruttore di Wolfsburg. Negli ultimi sette giorni, il panel dell’indice in borsa relativo alle case automobilistiche ha dunque guadagnato lo 0,84%. A pagare dazio sono state soprattutto Volkswagen e Porsche che a Francoforte hanno perduto rispettivamente il 12,98% e il 9,95%. Trend al ribasso, ma con tassi di decremento decisamente più contenuti per BMW, Daihatsu, Honda e Suzuki. Per il resto segnali di ripresa. La migliore è stata Mitsubishi con una crescita del 6,93%, seguita a tretto giro di posta da Mazda. Bene anche Daimler, Peugeot, Renault, GM, Ford, Fuji Heavy, Nissan, Toyota, Hyundai, Kia e FCA (+4,58% a Piazza Affari). Stabile CNH Industrial.
Lavoratori dicono no ad accordo FCA US-Uaw
La stragrande maggioranza dei 40 mila lavoratori iscritti al sindacato United Auto Workers ha votato no all’accordo quadriennale siglato recentemente tra FCA US e Uaw per il rinnovo del contratto collettivo. Come ricorda il Wall Street Journal è la prima volta in 30 anni che l’intesa su un nuovo contratto viene respinto dai membri del sindacato. La percentuale dei no è stata del 66% nella fabbrica di Detroit e fino al 77% tra gli addetti più qualificati. Certamente deluso l’A.D. Sergio Marchionne che pensava di aver proposto un giusto compromesso. Ora le trattative proseguiranno.