Sfruttando anche il contributo del singolo giugno (+10,8% a 155.450 unità), Audi ha archiviato il miglior primo semestre della sua storia in termini di volumi di vendita globali. Il risultato da record parla di un’impennata dell’11,4% rispetto al periodo gennaio-giugno di un anno fa per complessivi 869.350 esemplari. “Nel primo semestre 2014 abbiamo già superato il totale del 2005 grazie soprattutto al successo della famiglia A3 e siamo ottimisti per il resto dell’anno”, ha commentato il responsabile vendite, Luca de Meo. La gamma A3 ha infatti guadagnato quasi il 50%, incrementi a doppia cifra in America e Cina.
Bosch Automotive Aftermarket: polo di competenza a Correggio
La divisione Automotive Aftermarket del Gruppo Bosch ha scelto la sede produttiva Sicam di Correggio (RE) quale centro di competenza e produzione europea per le attrezzature di climatizzazione. La fabbrica di Correggio è stata inaugurata ad inizio 2011 grazie ad un investimento di circa 20 milioni di Euro. Sicam è un’azienda del Gruppo Bosch dal 2007, fattura 30 milioni di Euro ed impiega oltre 170 collaboratori.
Approvato progetto di fusione per la creazione di FCA
Il CdA di Fiat Spa ha approvato il progetto di fusione per la creazione della neonata Fiat Chrysler Automobiles che diventerà la società holding del Gruppo e che avrà sede in Olanda. Il via libera rappresenta un ulteriore passo nel piano di riorganizzazione annunciato lo scorso 29 gennaio a seguito dell’acquisto da parte di Fiat della restante partecipazione nel Gruppo Chrysler. Ai sensi del progetto di fusione, gli azionisti di Fiat riceveranno un’azione ordinaria di Fiat Chrysler Automobiles per ciascuna azione ordinaria Fiat da essi detenuta. Le azioni ordinarie di FCA saranno quotate al New York Stock Exchange e si prevede saranno quotate anche alla Borsa di Milano. Il progetto di fusione sarà sottoposto all’approvazione degli azionisti di Fiat nel corso di un’assemblea straordinaria che dovrebbe tenersi nel terzo trimestre. Nel frattempo, in occasione di un evento veneziano tenutosi lo scorso venerdì pomeriggio, l’Amministratore Delegato del Gruppo Sergio Marchionne ha confermato i target 2014 di FCA che prevedono un utile netto tra 600 e 800 milioni di Euro e un giro d’affari attorno a 93 miliardi.
Bollo auto, ecco quanto ci costerà l’aumento
A fronte dell’abolizione del superbollo per le vetture di grossa cilindrata, previsti rincari medi del 12%. Per un superbollo che se ne va, è in arrivo un bollo che invece sarà più salato per milioni di automobilisti. E’ la solita storia insomma, per una tassa che diminuisce, o meglio che sparisce, eccone subito un’altra che invece aumenta, in modo che alla fine i conti fiscali dello Stato possano rimanere sempre invariati. Questa volta a guadagnarci qualcosa saranno i proprietari di vetture di grossa cilindrata che potranno sbarazzarsi del citato superbollo, mentre a piangere saranno tutti gli altri milioni di automobilisti che dal 2015 dovranno fare i conti con una tassa automobilistica più costosa in media del12%. E’ quanto prevede un disegno di legge del governo, che stabilisce anche l’addio al certificato di proprietà e all’Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione, con la burocrazia dell’auto che dovrebbe cambiare in profondità grazie all’introduzione della Carta unica del veicolo e dell’Imposta regionale di immatricolazione. Ma andiamo con ordine e partiamo dall’idea di abolire il superbollo, tassa dimostratasi a conti fatti del tutto controproducente visto che ha generato solo un rallentamento del mercato delle vetture di lusso, senza grandi introiti erariali. Addio dunque a questo inutile salasso introdotto nel 2011 dai governi Berlusconi e Monti per le auto con più di 185 kW (250 cavalli). Una buona notizia dunque che, come detto però,viene subito controbilanciata da una pessima novità che dovrebbe riguardare il bollo di tutte le altre vetture. La cosiddetta tassa automobilistica, un tempo meglio nota come tassa di circolazione, sarà soggetta infatti dal 2015, ad aumenti fino al 12%. La percentuale di rincaro precisa sarà a completa discrezione delle Regioni, che potranno decidere in base alle proprie necessità di bilancio. Come già accennato però, le novità sul fronte delle autovetture non saranno solo di carattere economico, ma anche amministrativo. Dovremmo infatti assistere ad un giro di vite sulle procedure burocratiche, con la nascita di un archivio unico presso il ministero delle Infrastrutture. Ancora incerto invece il futuro del Pra, il pubblico registro automobilistico, mentre dovrebbe essere abolito il certificato di proprietà, con l’introduzione di quella che è già stata battezzata la Carta unica dei veicoli. Nel testo di legge è previsto poi anche l’addio all’Ipt che sarà sostituita dall’imposta regionale di immatricolazione, che sarà calcolata, come per il bollo, sulla base delle caratteristiche specifiche del mezzo, ovvero: tipo, categoria, emissioni e potenza. Anche in questo caso c’è da sottolineare il fatto che le Regioni avranno un’ampia discrezionalità decisionale, che permetterà loro di aumentare anche fino al 30% la quota base stabilita. Vedremo se in fase di discussione parlamentare le norme ideate dal governo subiranno qualche aggiustamento, soprattutto per ciò che concerne gli esborsi economici che dovrebbero colpire gli automobilisti e che rischiano di trasformarsi in un vero e proprio salasso.
Anfia:Italia unico mercato che arretra. Occorre accesso al credito e deducibilità fiscale
L’Italia è l’unico tra i maggiori mercati ad arretrare nel settore automobilistico. Lo ha sottolineato l’Anfia, in scia ai dati sulle immatricolazioni di auto in Europa relativi a maggio. “In Italia – ha precisato Gianmarco Giorda, direttore di Anfia – le vendite ai privati rimangono basse: nei primi cinque mesi del 2014 le vetture intestate a persone fisiche rappresentano solo il 59,3% di tutto l’immatricolato, pari a 2,7 punti in meno rispetto alla quota di un anno fa. Passato l’effetto trainante, determinato, nei mesi scorsi, dal rinnovo delle flotte, in particolare del noleggio, il mercato italiano ha nuovamente evidenziato la sua debolezza, legata alla crisi dei redditi e alle difficoltà di accesso al credito per le famiglie, oltre agli elevati costi per l’utilizzo dell’auto. Secondo l’associazione, occorre facilitare l’accesso al credito per chi è intenzionato ad acquistare un’auto nuova e incrementare la quota di mercato delle auto aziendali, allineandola a quella degli altri principali Paesi europei, attraverso una maggiore detraibilità dell’Iva e deducibilità fiscale dei costi, per arginare la flessione.