Assicurazioni Auto: meno sinistri, maggiore costo dei risarcimenti

Non bastava il primato delle tariffe assicurative più alte d’Europa: l’Italia, dopo la Svezia, è risultato essere il Paese tra i 28 Stati membri in cui il costo medio dei sinistri è più elevato.

A stabilirlo è il Rapporto European Motor Insurance Markets pubblicato dalla Insurance Europe, la Federazione degli assicuratori europei. L’indagine ha analizzato anche la frequenza dei sinistri denunciati, che sul territorio nazionale è diminuita in misura maggiore rispetto al livello medio europeo: in Italia la quota totale si è attestata nel 2013 al 5,6% con un -32% dal 2005, mentre in Europa si è fermata al 6% (-21%).

Nello stesso periodo il costo medio per ogni incidente è cresciuto su base europea del 10%, passando da 2.883 euro a 3.200 euro circa. Per l’Italia l’aumento è stato molto più marcato – il 34% – portando la spesa a fine 2013 a 5.341 euro.

L’incremento italiano è da attribuire ai maggiori risarcimenti per lesioni fisiche che hanno pesato per il 60% sul premio puro (ovvero il valore della frequenza sinistri per il relativo costo medio), portandolo a circa 300 euro contro una media di 201 euro dell’UE. La cifra italiana è più alta del 30% rispetto alla Germania, doppia rispetto alla Spagna e addirittura superiore del 120% rispetto alla Francia. Questa differenza si riflette direttamente sul premio finale – la somma del premio puro alle spese di gestione, provvigioni, costi della riassicurazione e oneri fiscali – che pagano gli assicurati.

Proprio le lesioni fisiche sono state oggetto di discussione da parte dell’ANIA che ha fortemente criticato la loro riforma nel DDL Concorrenza approvato dalla Camera. “Il testo approvato è molto diverso, per quanto riguarda le tabelle di risarcimento dei danni gravi da incidente stradale, da quello presentato originariamente dal Governo. Non spetta agli assicuratori stabilire qual è il livello adeguato dei risarcimenti, ma un più alto livello dei risarcimenti si riflette in un più elevato prezzo dell’assicurazione”, asserisce una nota ufficiale di Ania.

In particolare, le nuove disposizioni che hanno avuto l’ok del primo ramo del Parlamento prevedono l’introduzione della categoria del danno morale, andando contro quel principio di unitarietà del danno non patrimoniale stabilito dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione. Secondo ANIA, il fatto di creare un’ulteriore voce di danno aumenterebbe il ricorso allo strumento giuridico del contenzioso, allungando i tempi dei risarcimenti e incrementando i costi assicurativi.

Il disegno di legge, inoltre, prevede sconti obbligatori per gli assicurati più virtuosi fissati dall’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni). La disposizione trova il totale dissenso da parte delle compagnie che hanno annunciato un ricorso a Bruxelles in nome della libertà delle tariffe. Tuttavia, l’ufficio studi del Parlamento non ravvisa alcuna violazione: rifacendosi a una sentenza del 7 marzo 2013, chiariscono che la norma sugli sconti non determina “in maniera prescrittiva una specifica tariffa” e lascia alle assicurazioni una certa libertà per poter intervenire sulle tariffe.

L’Associazione confida in modifiche importanti del DDL da parte del Senato, anche per ciò che riguarda la lotta alle frodi assicurative.

1.000 ordini Tipo per il primo porte aperte

fiat tipoGrande successo per la nuova Fiat Tipo in occasione dello scorso weekend di porte aperte nei concessionari. Come ricordato da Gianluca Italia, responsabile Business Center di FCA Italy, sono stati ben 1.000 gli ordini raccolti dalla nuova berlina che ha attirato 20 mila visitatori per un totale di circa 6.000 test drive effettuati. A favorire l’afflusso boom soprattutto il prezzo concorrenziale (da 12.500 Euro) della Opening Edition. Fiat riproporrà il porte aperte della Tipo anche nei due prossimi fine settimana.

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Rc auto, i carrozzieri dicono basta allo strapotere delle assicurazioni

varese convegnoNel convegno di sabato, 28 novembre, tenutosi a Varese, sono state presentate dai carrozzieri di ANC-Confartigianato le modifiche al disegno di legge ora in approvazione al Senato. “Nella riforma della Rc Auto, così come presentata in origine, c’erano due punti delicati: da una parte si voleva limitare la libertà di scelta del cittadino dove portare a riparare la propria automobile, dall’altra, il divieto di cessione del credito. Quindi il cittadino aveva l’obbligo di riparazione del veicolo incidentato presso le carrozzerie convenzionate con l’assicurazione per risarcimento in forma specifica”. Silvano Fogarollo, presidente nazionale carrozzieri Confartigianato, intervenuto al convegno organizzato da Confartigianato imprese Varese dal titolo “Riforma Rc auto, quale impatto sulle carrozzerie”, è consapevole di aver condotto una battaglia che andava ben al di là delle rivendicazioni della categoria che rappresenta. Nel suo discorso risuona infatti con una certa continuità la parola cittadino. E non è uno stratagemma per conquistarne la benevolenza, ma la consapevolezza che l’assenza di concorrenza nel mercato mina alla base il diritto dell’ultimo anello della «filiera del sinistro», ovvero il consumatore. Il disegno di legge, ora in approvazione al Senato, ha già subìto alcune modifiche, grazie all’azione delle associazioni di categoria preoccupate per la sopravvivenza di 17mila imprese del settore e i loro 60 mila addetti. “La riforma così come era stata pensata – continua Fogarollo – metteva nelle mani di pochi soggetti economici l’intero mercato, condizionando pesantemente la concorrenza. Tra questi c’erano le più importanti compagnie di assicurazione che si riducono a soli tre grandi gruppi, dove si concentra il 60% del mercato assicurativo e che di fatto costituisce un oligopolio a danno della concorrenza e in grado di condizionare in modo forte i prezzi”.

La preoccupazione dei carrozzieri era rivolta anche alla qualità della riparazione che incide profondamente sulla sicurezza del consumatore. Fogarollo non usa mezzi termini: “La filiera del sinistro tutta concentrata nell’orbita delle grandi compagnie assicurative non garantisce affatto la qualità della riparazione. Un carrozziere per diventare fiduciario deve fare sconti sui ricambi se non addirittura servirsi di quelli forniti dalle stesse compagnie e per stare a galla lavorerà in modo più veloce e meno curato perché il meccanismo è tutto al ribasso. A quel punto vengono messe in strada delle bombe su quattro ruote a discapito della sicurezza del proprietario del veicolo.
Da molto tempo i carrozzieri di Confartigianato hanno chiesto un tavolo di confronto per dialogare anche con le associazioni dei consumatori. “La nostra lotta – conclude Fogarollo – riguarda anche loro perché questi sono tentativi per condizionare la libertà di scelta e il diritto ad avere una vera concorrenza nel settore. Nessuno ha interesse a fare il furbo tra i carrozzieri e quelli che lo fanno sono pochi, non arrivano nemmeno al 3 per cento del totale”.
I dati forniti da Confartigianato delineano un settore che negli ultimi dieci anni è stata una vera miniera per le assicurazioni. I prezzi delle polizze sono aumentati del 24,5%, il doppio rispetto all’Eurozona (13,9%). La formula dell’indennizzo diretto, voluta dalle compagnie assicurative, non ha di fatto ridotto i costi delle polizze. Secondo Confartigianato, alla luce del costo della manodopera italiana (44 euro contro i 55 della media europea) e del costo medio dei danni in Italia, di poco sopra la media europea (1741 contro i 1720), le ragioni del caro polizze e delle frodi sono da ricercare altrove.
Rimane però aperta ancora una questione molto importante relativa la scatola nera e il suo valore di piena prova. Posto che ne viene riconosciuto il valore in termini di sicurezza, più discutibile rimane il soggetto che dovrà acquisire quei dati sensibili. “È indubbio che dovrà essere un soggetto terzo equidistante rispetto agli interessi in gioco – spiega l’avvocato Claudio Venghi – e non un provider legato alla compagnia di assicurazione, altrimenti sarà ancora una volta il consumatore a rimetterci. Quindi tra i provider e le assicurazioni non ci deve essere alcun rapporto convenzionale e il cittadino deve essere libero di scegliere proprio come con la riparazione”.

Walter de Silva lascia il gruppo VW

Il 64enne ha annunciato che lascerà il gruppo a fine novembre per andare in pensione. Dopo aver diretto lo Stile Alfa Romeo, era entrato nell’azienda tedesca nel 1999. Solo a settembre aveva assunto l’incarico di direttore dell’Italdesign Giugiaro. Un altro volto notissimo, quello del direttore dello Stile Walter de Silva, lascia il gruppo Volkswagen dopo che negli ultimi mesi lo hanno fatto Ferdinand Piech, Martin Winterkorn, Giorgetto Giugiaro. Abbandonano ognuno a modo suo e per ragioni diverse, ma nel complesso svanisce l’immagine dell’azienda che conoscevamo fino alla scorsa estate. De Silva aveva preso in mano le redini dell’Italdesign Giugiaro solo due mesi fa. Tutto sembrava fuorché in procinto di lasciare il gruppo Volkswagen, in cui lavora dal 1999. E invece il 64enne originario di Lecco ha confermato a Auto e design, prima dell’annuncio ufficiale arrivato in serata, che abbandonerà il gruppo tedesco alla fine di novembre. Secondo quanto comunicato dalla Casa, de Silva andrà in pensione ma continuerà a prestare consulenza al gruppo.

De Silva iniziò la sua carriera al Centro Stile della Fiat nel 1972, poi passò allo Studio R. Bonetto nel 1975 e poi, da ’79 all’86, diresse la sezione automobilistica dell’I.De.A. Institute di Torino. Nel 1986, assunse l’incarico di capo del design dell’Alfa Romeo, dove restò fino al 1998. Nel 1999, l’approdo al gruppo Volkswagen, dapprima alla Seat, poi a capo del gruppo Audi nel 2002: in quel periodo disegnò quella che ha sempre definito la sua auto più bella, la coupé A5. Nel 2007, de Silva assunse la responsabilità del design di tutti i marchi del gruppo. A settembre, come detto, gli era stata affidata la presidenza della Italdesign dopo che il fondatore Giorgetto Giugiaro aveva lasciato quote e poltrona in seguito alla lotta intestina fra gli allora presidente e amministratore delegato del gruppo VW. Nel comunicato stampa rilasciato questa sera, l’amministratore delegato Matthias Mueller ha reso omaggio a de Silva, che “incarna la creatività e il senso italiano del bello da una parte, l’accuratezza e la disciplina dell’altro”, dicendo che negli anni è riuscito a “stabilire una cultura e una metodologia del design che attraversa tutti i marchi del gruppo e che è unica nell’industria automobilistica”. Fra le vetture firmate de Silva, la nota ufficiale individua come più significative le Alfa 156 e 147, la Volkswagen Up!, la Polo, la sesta e settima generazione della Golf, le Audi R8 e A5.